Tarda
serata, un momento di pace assoluta: i bambini dormono, tutti e due,
stranamente in contemporanea; da fuori arrivano le voci dei grilli e delle
civette.
“ Fai un
po’ di yoga, cogli il momento.”
Già,
saggio suggerimento. Anche dieci preziosissimi minuti adesso sarebbero una
manna dal cielo.
Sono
stanca, tra bimbi, lavori di casa e sulla terra, si arriva a sera solo con le
energie sufficienti per stendersi e chiudere gli occhi.
Però mi
convinco, colgo il momento, stendo il tappetino in salotto, spalanco la
finestra sulla vallata buia e silenziosa, respiro una ventata di cielo stellato
e prendo in mano un libro: A woman’s book
of meditation, di Hari Kaur Khalsa.
In questi
momenti, quando la stanchezza prevale, quando ho bisogno di incoraggiamento, le
meditazioni del kundalini yoga sono il mio rimedio preferito.
Apro il
libro all’indice e sono attratta da due titoli, che mi invitano a visualizzarmi
nel mio vero io e ad esprimermi nel modo più profondo che posso.
Sistemo
le gambe in baddhakonasana e inizio
a rilassare le anche e la zona lombare; allungo la schiena con un’inspirazione
e mi sento scrollare di dosso le ore passate col piccolo in braccio e le spalle
curve.
Inizio a
sentirmi più aperta e mi ricordo che, sì, ne vale la pena. Difficoltà,
stanchezza, a volte tensione per tutte le cose che vorrei fare quando il tempo
mi sfugge dalle mani, valgono la pena, sono la mia strada, l’unica direzione in
cui immagino di poter andare adesso.
Il mio
vero io è qui: davanti le stelle, vicino i miei elfetti che dormono e il loro
papà che mi aspetta, dentro l’ennesimo respiro da incontrare ed espandere.
Qualche
minuto di meditazione è il passo successivo.
Si
rilassa il viso, sento gli occhi espandersi, come se diventassero più grandi, e
recupero il piacere della visione periferica, del dare spazio al “tutt’intorno”
invece che al solo “davanti, tutto dritto.”
Sono
pronta, sciolgo le gambe e senza pensarci un attimo lascio scorrere gli asana
uno dopo l’altro, così come mi arrivano in mente, in contemporanea al loro
passaggio nei muscoli.
Ecco dove
avevo bisogno di arrivare stasera.
Janu
shirshasana. Non l’avevo mai considerato un’immersione, come mi sembra essere
così chiaramente adesso.
Immersione
nell’Io come mi sono immaginata e voluta e per come ancora ho bisogno di
cambiarmi. Immersione in tutto quello che ho attorno e dentro. In questa casa, in
questo cielo, in queste persone che sono il mio nucleo e la mia base, in questo
corpo che sta vivendo tanti cambiamenti, in questa stanchezza bella creatasi
dall’accumulo di tante cose piacevoli e amate, mi immergo.
Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro.
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.
Proprio questa Estate mi ha donato nuove consapevolezze. Anzi, ho coltivato il mio "sentire", ciò che è dentro me da sempre.
RispondiEliminaHo scoperto il piacere [e a volte la necessità] della meditazione e il qi gong, che pratico da autodidatta. Ti ho scoperta da poco, ho letto ancora poco di te, ma sento che abbiamo qualcosa in comune.
Namastè, buona giornata
Lena
buona giornata a te, nuova compagna di scoperte.
EliminaDice Yogi Bhajan:
RispondiElimina“la meditazione non è quella che fate al mattino, quella è la pratica. la meditazione é il risultato quotidiano di quella pratica.“
Ti seguo...
che bella che sei!
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