Gertrude, Berenice
E l'addestratrice di galline (con immancabile aiutante)
Sono con
noi da una settimana, Gertrude e Berenice.
Ho
iniziato a pensare che era arrivato il momento di aggiungere le galline alla nostra
famiglia qualche mese fa, ma io avevo ancora il pancione e i tempi non erano
ancora maturi. Così, mi sono preparata leggendo informazioni, guardando foto on
line e studiando qualche libro sull’argomento.
Volevo
avere le uova buone con cui cucinare, avevo iniziato a pensare che tutto questo
spazio ha bisogno di essere riempito, abitato e... sì, mi divertiva l’idea che
fossimo in tanti e in crescita, una grande e variegata famiglia che condivide
il quotidiano.
Il tempo
è passato, il pancione e passato, il momento giusto si è avvicinato.
Abbiamo
comprato rete e legno e messo al lavoro due pazienti amici che ci hanno aiutati
a costruire un pollaio mobile, di cui presto scriverò.
Abbiamo
aspettato ancora, lasciato passare i giorni più caldi e deciso che tipo di
galline era più adatto a noi e alla nostra inesperienza.
E alla
fine…
Alla fine
sono arrivate, sette giorni fa: una settimana di sorprese, di osservazione, di
scene inaspettate e congetture azzardate.
Non sono
nata contadina (o campagnola, come dice mio figlio) e non ho ricordi di parenti
che lo fossero; non ho mai preso in mano un volatile e, fino a qualche tempo
fa, non credevo nemmeno che l’avrei mai fatto.
E invece…
Invece le
cose cambiano, le persone si trasformano e la vita è piena di sorprese.
E due
galline prese al negozietto del paese diventano improvvisamente il centro
dell’attenzione.
Le abbiamo ordinate dal rivenditore qui vicino, senza pensarci troppo e abbiamo sbagliato. Non avevo
pensato che anche il dove comprarle avesse la sua importanza; avevo letto
parecchie informazioni e mi ero fatta un’idea di cosa aspettarmi; non pensavo
che avrei avuto a che fare con due animali venuti da chissà quale allevamento, disabituati alla natura e
all’istinto.
Così,
intenerita e testarda, mi sono messa anima e corpo ad addestrare le galline.
Due
galline rosse (il tipo più mansueto, a quanto pare), cresciute in allevamento e
disabituate a cercarsi il cibo da sole, a ritirarsi in un posto sicuro per la
notte, ad avere spazio libero in cui muoversi senza stare necessariamente
appiccicate.
E io, a
costringerle ad uscire dal ricovero notturno ogni mattina; a stuzzicarle perché
stessero un po’ più distanti; a incitarle a mangiare cercando a terra, muovendo
fili d’erba e scavando qui e là; a prenderle per metterle a dormire la sera, al
calar del sole.
Per
cinque giorni ho passato ore ad osservarle, chiamarle, redarguirle,
addestrarle. Loro hanno imparato a fidarsi della mia voce, a non innervosirsi
della mia mano inesperta (e anche un po’ impaurita), a fidarsi.
La prima
sera che, pronta a prenderle e metterle a nanna io stessa, le ho trovate già
sistemate nella loro cassetta riempita di paglia e sistemata in un luogo
protetto, mi sono emozionata. Le ho inondate di complimenti, ho chiuso la porta
del pollaio e avvisato tutti di quanto erano state brave le mie galline.
Quando,
un paio di mattine dopo, le ho viste addirittura uscire da sole e iniziare a
camminare sull’erba, ho capito che avevo vinto la battaglia.
L’addestramento
per insegnare loro ad essere animali e non numeri da profitto stava andando
bene e io avevo vinto parecchie diffidenze, una buona dose di fiducia e qualche
grado in più in quanto a capacità di mettermi in gioco.
E mentre
continuo a chiedermi come ho fatto fin’ora a mangiare uova di galline senza
istinto e (fino a qualche anno fa) carne di polli che non sanno razzolare,
aspetto il primo uovo, immagino già l’emozione che proverò nel trovarlo, provo
ad indovinarne il sapore e penso a quale sarà il modo migliore di cucinarlo.
Gertrude,
Berenice e la vita che ti mette di fronte a questioni che non avevi messo in
conto. Mi chiedo quante altre volte mi troverò a pensarlo, che sto facendo cose
che mai avrei immaginato. Credo molte, molte altre volte. Fa parte della
crescita, no? Allora vado, non mi tiro indietro. Vedrò, proverò, imparerò. E mi
emozionerò.
Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro.
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.
non avrei mai pensato che mi sarei commossa per due galline...
RispondiEliminaE per me è commovente sapere che quello che racconto arriva a qualcuno. È importante, mi fa sentire che certe fatiche ed emozioni hanno un valore universale. Grazie!
EliminaIl Capitano dice sempre che le galline sono molto intelligenti, riconoscono le persone.
RispondiEliminaQuell'uovo te lo ricorderai tutta la vita: avrà un sapore buonissimo, fatto di aria aperta e consapevolezza :)
Lo spero, questi giorni sono stati una bella prova, a modo loro.
EliminaCara Ylenia, mi piace leggerti ed entrare un poco nel tuo mondo, non così distante dal mio (mi trovo in una casetta circondata da grande giardino, coltivando e pensando a che animali tenere); però questa è proprio bella: non ti avrei mai immaginata ad addestrare galline e poi, a raccontarlo!! Un abbraccio, Erica
RispondiEliminaIn effetti neanche io mi ci sarei mai immaginata! Erica, scrivimi, che casa? Dove? Racconta! Ti abbraccio!
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