D'incanto, di gioco, di realtà

Ci sono mille livelli in cui leggere ogni cosa. La realtà, come una poesia, un gesto come un sentimento: tutto può essere visto in tanti modi, tutti ugualmente veri, tutti a comporre la stessa cosa.
Una posizione di yoga non è poi tanto diversa: da leggere e vivere su tanti piani, su tutti quelli che ci sentiamo pronti a sperimentare e da cui vogliamo lasciarci attraversare.

Negli ultimi giorni, complici i primi sentori dell'arrivo della primavera- non quella segnata dal calendario, ma quella vera, quella fatta di sole e serate tiepide, del profumo dei fiori e della voglia di passare all'aperto quanto più tempo possibile- ho amato e ripetuto spesso qualche posizione più dinamica del solito, come una sorta di purificazione profonda e, come sempre, un modo per far spazio ed aspettare il nuovo.

Inspiro ogni volta che giro a sinistra, espiro sempre a destra, aumentando progressivamente il ritmo, fino a far diventare il movimento un gioco, fino a sentire le braccia leggere e la testa libera, il respiro ampio e i piedi radicati a terra.




Inspiro ogni volta che testa e braccia sono su, espiro quando abbandono tutto. Aumento la velocità, fino a che le braccia, rilassate, diventano il traino di tutto il resto e, ancora una volta, la sensazione è quella di un gioco, come quelli dei bambini, come quelli dei sufi meditanti che cercano di immergersi in una non-razionalità di respiro e spazio.





Inspiro ogni volta che lo sguardo è verso l'alto, espiro ogni volta che gli occhi guardano giù, trovando un ritmo comodo e rispettoso della schiena.



Trovo un respiro lento e profondo e lascio che le braccia e la schiena si distendano e riposino.



Ognuna di queste posizioni può essere letta e vissuta a più livelli.
C'è chi sostiene che questi scambi dinamici assicurano una bellezza raggiante.
I manuali dicono che queste posizioni rinforzano le spalle, il collo e la schiena, aiutando il respiro e la flessibilità.
Immergendosi nelle ripetizioni, poi, la sensazione è quella di lasciarsi andare al non controllo, a qualcosa di fatto per il puro gusto di fare, senza un perché, senza dover sembrare seri, ordinati o composti.

Ogni asana può essere vissuta così: come una magia, come uno schema attraverso cui conoscere la realtà (del corpo e dell'esterno), o come un gioco, serissimo e importante.
A volte serve non pensare all'allineamento perfetto, al singolo muscolo, alla meditazione più attenta. 
A volte è bello godersi il gioco per sentirsi, poi, così profondamente nuovi nella stessa realtà.

Per camminare insieme

Per crescere insieme


6 commenti:

  1. Stupende queste posizioni dinamiche. Sento che ne ho bisogno. Ho bisogno anche io di giocare e lo farò presto.
    Ti abbraccio forte
    Francesca

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  2. Ho commentato con l'account del blog del gruppo di lettura, ma sono sempre io.
    Abbraccione
    Francesca

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    1. oh Francesca, ormai ti riconosco anche senza la firma! come un filo invisibile, se leggo quello che scrivi immagino subito che sei tu l'autrice. grazie dei bei commenti che mi lasci sempre!

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  3. Belle queste sequenze! Le provero' sicuramente. Complimenti per il blog!

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