Verso la guarigione: terza tappa


Nella terza delle tredici tappe verso l'autoguarigione, Christiane Northrup ci propone di far pace con le nostre emozioni, liberarle e viverle appieno.
Non è facile concederci il diritto di star male, o di mostrare il nostro benessere, nè tantomeno riuscire a vivere fino in fondo i nostri stati emotivi. La nostra società prevede aiuto e assistenza, morale e fisica, nei momenti difficili, ma non tiene conto del periodo, lungo e necessario, che serve per recuperare energie una volta che questi sono passati. Allo stesso modo, difficilmente ci concediamo di gioire veramente dei nostri successi o dei lieti eventi, perchè, ancora troppo spesso, l'educazione ci insegna a considerare sconveniente parlare delle nostre buone qualità o dei nostri momenti di grande benessere.
Soprattutto dopo un evento negativo, abbiamo bisogno di molto più tempo di quanto ci sia concesso per recuperare quell'equilibrio che gli altri spesso danno per scontato. Anche dopo un evento positivo il contesto in cui viviamo rimane spesso indifferente al nostro cambiamento di stato, di nuovo prevedendo una normale ripresa di tutte le nostre attività (in casa o fuori), senza tener conto della nostra fisiologica necessità di assaporare, metabolizzare, comprendere.
L'invito allora è: riprendiamo i nostri spazi, senza vergognarci di star bene, o male, dandoci la possibibilità di considerare la cura del nostro stato psicofisico come un altro dei nostri impegni quotidiani.
Il nostro corpo ci può aiutare a incamminarci sulla strada che conduce alla presa di coscienza degli strumenti e dei modi per prenderci cura di noi. Dare corpo e voce alle nostre emozioni è un ottimo modo per ascoltarci e concederci il diritto di esistere. Il canto, anche nelle tradizioni più antiche, è usato come mezzo catartico per raccontare, condividere e guarirsi, nelle sue diverse forme, dal lamento all'urlo di gioia. Il movimento, allo stesso modo, è un'efficacissima arma per entrare in contatto con se stessi, con il proprio corpo, per dargli la fiducia necessaria a liberarsi dalle tensioni e la dignità di diventare comunicativo ed espressivo.

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