A volte la magia é dietro l'angolo e ti sorprende come entrare pian piano in una favola, in cui le cose accadono per incanto e i personaggi si lasciano trasportare. Di magia il viaggio da cui veniamo ne ha mostrata tanta; e noi non ci siamo tirati indietro, affascinati come siamo dal mondo etrusco.
C'é qualcosa nelle terre che gli etruschi sceglievano come loro dimora, una bellezza estetica e ricchezza di paesaggi e storie che ci lascia sempre a bocca aperta, come quando siamo andati qui.
Stavolta
abbiamo varcato il confine del Lazio, per esplorare il grossetano.
Siamo arrivati a Sorano in una notte nerissima e piena di stelle, ci
hanno accolti gli animali e il freddo pungente, all'agriturismo che ci
ha ospitati. Era magia già quella, senza bisogno di aggiungere altro. E
invece… dall'alba del giorno dopo é stato chiaro che eravamo passati per
qualche porta d'incanto, entrati nel mondo dove le regole si possono
sovvertire e ci si può sorprendere vagando senza meta.
L'indomani
abbiamo aperto gli occhi davanti ad un'alba che sembrava un tramonto:
finiva (per un paio di giorni) la nostra vita cittadina e abitudinaria,
iniziava una piccola avventura.
Ci siamo avvicinati al monte
che domina su questa zona, l'Amiata, e fermati a giocare con i faggi,
le foglie e le rocce nella valle dell'Inferno.
Forse é così, qualcosa di infernale ci deve essere in questa terra da cui l'acqua sgorga calda e puzzolente, come qui, a Saturnia.
Saturnia, Terme del Gorello
E gli antichi abitanti, gli etruschi, devono aver colto l'occasione di ricamarci sopra storie d'incanto e di paura, immaginandola popolata di personaggi come i demoni alati, costruendo tombe monumentali in onore dei morti, timorosi di portar loro il massimo rispetto.
Necropoli di Sovana
Necropoli di Sovana
Necropoli di Sovana, Dromos
Siamo passati per strade
strettissime, scavate nella roccia. Passaggi bui e umidi, le vie cave,
che sembrano fatte apposta per sorprenderti della semplice luce, del
solo spazio aperto, quando finiscono.
Necropoli di Sovana, via Cava
Anche i sapori sono
diversi, particolari, da queste parti. Può capitare che un
semplice crostino di pane abbia una storia e una lavorazione tutta
particolare. Per caso abbiamo scoperto i biscotti della sposa, detti
anche biscotti lessati, perché vengono prima lessati e poi passati al
forno. Erano preparati per i matrimoni e qualche altra occasione nel
medioevo. Da allora i grossetani continuano a mangiarli, per il loro
sapore di anice e… di qualcos'altro di speciale che forse viene dalla
metodo di cottura. Qui ho trovato la ricetta, da provare a sperimentare.
Col
sapore della scoperta in bocca il viaggio negli incanti si colora anche di più. Può capitare che
d'improvviso ci si imbatta in una città costruita di tufo, con le case a
strapiombo sulla roccia.
Può capitare che in un momento storico in cui
non c'è spazio per la lettura e le parole che mettono in moto la testa e
il cuore, in una cittadina come Pitigliano un signore resista ancora
con la sua libreria e casa editrice libera. Stampa alternativa è stata
fondata nel fermento degli anni '70 e ancora oggi cerca di
farsi spazio, con i suoi titoli scelti, nuove pubblicazioni e vecchi
testi scovati nel dimenticatoio di una cultura omologata come quella in
cui viviamo. Noi ci abbiamo trovato tre spunti, lasciandone qualche
altro per tornare a visitarla.
Pitigliano
Hans C. Andersen, "Dialoghi con la luna- libro di immagini senza immagini"
Jagannatha, "Passioni- Bhaminivilasa - Poema sanscrito"
Giovanni Feo, "Geografia sacra- Il culto della madre terra dalla preistoria agli etruschi"
Pitigliano ha anche un piccolo ghetto
ebraico, di cui abbiamo scoperto e assaggiato un pezzo di storia. Qui
gli ebrei hanno un dolce tipico, lo sfratto. Ha la forma di un bastone,
in ricordo dello sfratto che la comunità ha subito nel 1600, quando è stata
costretta a spostarsi nel ghetto, minacciata con un bastone. Oggi quella
vicenda è ricordata con un dolce di noci, mele, bucce d'arancia, noce
moscata e vino. Qui potete leggere la ricetta e la storia.
Se
Pitigliano é appoggiato sulla roccia, come un incastro casualmente ben
riuscito di mura e porte, il sito archeologico di Vitozza é la testimonianza che la
roccia si puó abitare. E' stato fondato da una civiltà antecedente a quella etrusca: la civiltà del Rinaldone. Si snoda su una montagna che è stata prima necropoli, poi, in tempi più recenti, un paese, con un
castello difensivo dominante su un borgo abitato ricavato dalle tombe.
Questa, nel 1783, era la casa del sig. Domenico Dattili.
E questa?
Una casa a due piani, con collegamento interno.
I giorni a disposizione per il viaggio sono finiti così, nella meraviglia in cui sono iniziati. L'incanto fa vedere tutto da nuove prospettive, seduce e travolge. Stanca, di quella stanchezza bella che cerca nel sogno la prosecuzione della realtà. E c'è chi coglie l'occasione...
Questa, nel 1783, era la casa del sig. Domenico Dattili.
E questa?
Una casa a due piani, con collegamento interno.
I giorni a disposizione per il viaggio sono finiti così, nella meraviglia in cui sono iniziati. L'incanto fa vedere tutto da nuove prospettive, seduce e travolge. Stanca, di quella stanchezza bella che cerca nel sogno la prosecuzione della realtà. E c'è chi coglie l'occasione...
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pinnata! è sempre bello leggerti...
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