Ottava tappa verso la guarigione: liberare i sogni


  Questo percorso a tappe è stato uno dei primi progetti in cui mi sono cimentata quando ho dato vita a Il tempo della crisalide. L'avevo incontrato un anno prima, durante una meravigliosa estate in cui la mia vita si è pian piano infilata in quel processo di trasformazione ed evoluzione che continua ancora adesso. L'avevo letto in un libro, Guida medica da donna a donna, trovato ad una bancarella. Me ne ero innamorata subito, come me ne innamoro ancora e ancora ogni volta che lo riprendo. Quel percorso, come l'intero libro, aveva qualcosa di nuovo e attraente, sapeva di mondo da conquistare. Ora, dopo due anni, riconosco che ha contribuito in molti modi a fare di me la compagna, mamma e insegnante di yoga che sono.
Mi colpisce la sua completezza di informazioni a livello medico che non trascura l'aspetto emotivo del corpo, quello femminile, su cui si concentra. Mi colpisce la naturalezza con cui la sua autrice, Chrtistiane Northrup, si occupa di scienza ed emozioni attribuendo loro pari dignità. Dare dignità, dare corpo e confini ai diversi elementi che mi compongono è una delle cose che sto imparando. Di dare forma e portare rispetto si parla in questa tappa, dedicata al rapporto con i sogni.


  Sogni notturni, immagini che ci sorprendono durante il nostro quotidiano, ricordi e voli pindarici, tutto quello che ci viene da dentro merita di avere uno spazio e un nome, di ottenere una sistemazione dentro di noi e vita all'esterno.

  Ho passato giorni nell'indecisione su come scrivere questo post e presentare questa tappa, fino a quando mi sono imbattuta in una poesia:

Diventare umano
Un giorno un uomo venne da me e mi parlò per ore a proposito
delle "Magnifiche visioni di Dio" che sentiva di avere.
Me ne chiese conferma, dicendo:
"Sono veri, questi mirabili sogni?"
Replicai "Quante capre possiedi?"
Sembrò sorpreso, disse:
"Io parlo di visioni sublimi 
e tu parli
di capre?"
E io parlai ancora, dicendo: 
"Sì fratello- quante ne hai?"
"Beh, Hafiz, ne ho sessantadue"
"E quante mogli?"
Di nuovo, sembrò sorpreso e disse:
"Quattro"
"Quanti cespugli di rose hai nel tuo giardino,
quanti bambini, 
sono ancora vivi i tuoi genitori,
nutri gli uccelli durante l'inverno?"
E a tutte le domande diede risposta.
Poi dissi:
"Mi hai chiesto se pensavo se le tue visioni fossero vere,
direi che lo sono, se ti rendono
più umano
più gentile verso ogni creatura e pianta
che conosci".

(Libera traduzione da questa pagina: Hafis Poems)

  Non c'è altro da aggiungere. Possiamo avere grandi sogni, popolare le nostre notti di messaggi rivelatori, avere una fervida immaginazione in cui rifugiarci, ma se a queste meraviglie non diamo la concretezza che meritano, se non le innestiamo nel nostro quotidiano facendo di loro uno strumento per crescere, non sono niente. Se non ci aiutano a diventare più umani, coscienti e forti della nostra umanità, non sono niente. Se non ci servono per assaporare l'empatia con la natura in cui viviamo, non sono niente.

  L'ottava tappa verso la guarigione che condivido oggi chiede di fare questo: ascoltare tutte le forme in cui il nostro inconscio comunica con la razionalità, accoglierle e tradurle, dar loro fiducia e libertà di esistere.
  
  Io ci sto provando, a tirar fuori quello che sento, a non giudicare anche le parti che accolgo più a fatica, ad ascoltare i sogni che faccio, sveglia o addormentata che sia, e farmi guidare. E' un'esigenza che mi sento crescere dentro, forte. Così forte, in questi giorni, che ho trovato un "sigillo" per descriverla. E' una combinazione di due mudra: Maha mudra, la posizione delle mani dedicata al bacino e Apan vayu mudra, per rafforzare il cuore.
  Il primo richiama la forma del bacino e delle anche, il secondo attiva la muscolatura delle braccia, dalle mani fino al centro del petto. Insieme sono quello che mi serve per amare quello che sento e sogno, fino a respirarne l'aria per farlo diventare terreno.


Nella combinazione dei due mudra sono gli anulari a contatto che rendono la forma un sigillo di più aspetti: la terra, il bacino...


(per maha mudra, portare a contatto i polpastrelli di mignolo e police della mano destra)


... e l'aria,  il cuore.

( per apan vayu mudra, portare il polpastrello dell'indice a contatto con la base del pollice,
e i polpastrelli di pollice e medio a contatto)


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