Massaggiare le radici: il tallone di Achille e Vanda Scaravelli


Quel flusso di vita (dai talloni fino alla sommità del capo)
che porta energia e ordine nel nostro cervello, in noi,
e come conseguenza intorno a noi,
è essenziale.
Questa connessione è di grande importanza:
è la connessione della terra con il cielo,
del tangibile con il cervello,
il collegamento tra l'umano e il divino
e anche tra la pesantezza e la leggerezza nel nostro corpo.
E' tutto prodotto dalla gravità,
che corrisponde negli alberi e nelle piante
 al movimento delle radici verso il sole.
(libera traduzione da Vanda Scaravelli, "Awakening the spine" Harper Collins, 1991)

  L'incontro con l'approccio allo yoga di Vanda Scaravelli ha cambiato il mio modo di praticare, e di vivere il corpo. Il punto di partenza secondo cui siamo corpo, prima di tutto, che il nostro corpo è l'universo intero e lo strumento di connessione con esso prende forma in ogni asana, in ogni aspetto del quotidiano. 
   Siamo un corpo con un centro, un equatore che collega e unisce i due poli: il bacino da cui ci estendiamo verso il basso e verso l'alto. Abbiamo radici, di cui coltiviamo la connessione con la terra, del cui appoggio impariamo a fidarci mano a mano che lo sentiamo come l'origine del nostro stare.
Le nostre radici sono i piedi, di cui ho già parlato in un altro post, con un invito a concecerci pediluvio caldo.
  Quello che condivido oggi è un massaggio alla portata di tutti, per stimolare pelle e ossa a sentire la terra, per aiutarci a stare nel concreto quando sentiamo i pensieri vorticare, per costruire quell'appoggio stabile da cui prendere lo slancio per volare, allungarci al cielo.
Il periodo in cui l'ho sperimentato di più è stato quando ho sentito che era arrivato il momento di dar vita a mio figlio. Passavo anche mezz'ora al giorno ad accarezzare, massaggiare, sentire i piedi. Sapevo che io, che sono fatta più di acqua e aria che di terra, dovevo partire proprio da loro per lanciarmi nel concepimento e nella cura di un altro essere. A quei tempi il massaggio ai piedi è stato il mezzo con cui aiutarmi nel passaggio, dall'idea alla concretezza della maternità. Ora, invece, mi capita spesso di sentire i contorni, i confini dei miei piedi, come una medicina naturale in cui corpo e attenzione si alleano per continuare a mantenere attivo lo stare, il dar forma, il rendere fisici pensieri, sensazioni e idee.

Si parte dal tallone, massaggiandolo con movimenti rotatori, insistendo per qualche secondo su un punto prima di passare al successivo. Lentezza e pressione decisa, quel giusto mix per onorare ogni punto, dargli la dignità che merita e infine dichiararlo libero di essere.
Si sale sul lato interno del piede, impiegando tutto il tempo che serve, fino all'alluce, per poi massaggiarlo, dalla base all'unghia, e coinvolgere anche il dito a fianco.



Poi si torna al tallone, le dita sempre più morbide e attente, per salire fino al mignolo e da lì scoprire ogni dito, la sua consistenza lo spazio che occupa.
  
Dopo la terra avrà un'altra densità, il nostro appoggio un'altra forza. Mancherà solo la fiducia, che sale dai talloni alla testa attraverso la colonna vertebrale, per rendere fisici e meno vulnerabili pensieri e progetti.

I talloni... (da dove le dita di Theti tengono Achille) è un punto vulnerabile,
è una parte delicata e vitale che ci sorregge e sostiene
e sul quale, se allineato con la colonna vertebrale,
possiamo fare affidamento.
Se si usa (l'appoggio sul tallone) nel modo giusto,
in accordo con la gravità,
esso proteggerà in qualche modo il corpo, 
rendendolo se non invulnerabile,
almeno meno vulnerabile.
(libera traduzione da Vanda Scaravelli, "Awakening the spine" Harper Collins, 1991)



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