Homemade yoga: consigli per la pratica domestica di mamme e bimbi [allestire lo spazio]


Dopo la pubblicazione di questo post, Valentina di Apprendista mamma ha sollevato una questione importante: praticare a casa sì, ma come?
Non è facile trasmettere ai piccoli il messaggio che il solito spazio di gioco libero, di vita familiare possa diventare per qualche decina di minuti uno spazio altro, in cui fare altro, con un'attitudine diversa.
Non è facile chiedere loro di stare e comunicare con modalità diverse, come quelle che la pratica yoga richiede.
Ho capito, allora, di aver dato troppi ingredienti per scontati. Ho capito che, prima ancora di lanciare spunti per movimenti, respiro e ascolto insieme, è importante offrire anche a chi non ha dimestichezza con la pratica degli strumenti per renderla efficace.
Per proporre ai bambini la pratica yoga non dobbiamo lasciare nulla al caso, non ci devono essere elementi che disturbino la loro attenzione deviandola dalla nostra proposta, ma supporti stimolanti che strutturino e arricchiscano il nostro progetto. Il gioco strutturato, con una finalità, è molto diverso da quello libero e casuale, pur essendo i due egualmente efficaci e indispensabili alla crescita.
Nel caso dello yoga per mamme (e, perché no, papà) e bimbi, si entra nell'ambito delle attività in cui si sperimentano la stimolazione senso motoria dei piccoli e il rilassamento cosciente attraverso il movimento e il respiro dei grandi. Appoggiarsi, sciogliere le tensioni, stare nel fluire del respiro migliora la comunicazione con se stessi e con gli altri, l'intesa di chi partecipa all'attività.
Ma tutto questo richiede come prima cosa cura nella preparazione del contesto spaziale in cui si pratica.
Non c'è niente di difficile, basta aver attenzione per quello che si propone, basta saper scegliere cosa vogliamo che faccia parte del gioco e cosa no.

1- Lo spazio deve essere limitato
A casa noi in questo siamo favoriti (ehm ehm), basta chiudere una porta e anche lo spazio più grande a disposizione diventa di dimensione ridotta.  Ho imparato che uno spazio troppo grande è dispersivo, tanto per gli adulti quanto per i piccoli e, quando mi trovo a lavorare in ambienti estesi, cerco di delimitarne una parte usando quello che ho a disposizione. Lo spazio in cui si pratica dovrebbe essere grande abbastanza da potersi muovere agilmente, da poter cambiare prospettiva, ma abbastanza piccolo da poter stare in contatto con lo sguardo, la voce, le sensazioni gli uni degli altri. Ad esempio, per praticare con Ladù mi basta un ambiente di tre metri per quattro.

2- Le asana sono solo una parte della pratica
Questo, lo ammetto, è stato un mio errore nell'impostazione dei post dedicati all'argomento. Forse è passata l'idea che sia possibile chiedere ai bimbi di star fermi a praticare con noi. Non è così, se non in rari momenti, ma questo è proprio il bello della pratica con i piccoli. Non c'è statica, non c'è un progetto preciso. C'è la coerenza dello stare in empatia, del muoversi in modo coordinato ed efficace, del mettere cura e attenzione (anche questa è una forma di meditazione) in ogni gesto, suono  e percezione. Le asana si alternano al canto, al movimento, alla composizione e all'ascolto di musica. Il tutto avviene in un lasso di tempo dilatato, in cui anche le pause hanno il loro scopo: assestarsi, minuto per minuto, in base a quello che sentiamo e che l'altro ci comunica.


3- Gli oggetti devono essere proposti secondo una ratio precisa
Nella pratica può entrare tutto. Anche per gli adulti, anche per me sola, mi piace pensare che yoga è un approccio, uno stile di vita, che si può applicare a tutto e vivere in varie dimensioni. E' yoga se canto o suono uno strumento, è yoga se mi muovo pensando con coscienza all'appoggio dei miei piedi a terra e al mio respiro, è yoga se affronto una situazione difficile cercando di rilassarmi, trovando visualizzazioni efficaci o sistemandomi in una posizione che sento benefica.
Nella pratica con i piccoli l'idea che tutto può essere yoga se affrontato con un certo spirito è più che mai vera.
A me piace proporre vari supporti con cui il bambino può giocare, misurandosi con alternative valide e costruttive al movimento. Gli elementi che propongo sono sistemati nello spazio secondo un principio di ispirazione montessoriana: il bambino deve poter scegliere, deve trovarsi davanti una proposta non caotica, per poter davvero giocare e sperimentare in libertà. Raggruppo gli oggetti a seconda del loro utilizzo e li sistemo in cesti divisi, o in diverse parti dello spazio. Il bambino potrà provarli e decidere verso dove dirigersi, facendolo capire con lo sguardo, con la voce e i gesti se è troppo piccolo per orientarsi da solo dove più desidera. Tutti gli elementi proposti sono a disposizione del bimbo e raggiungibili, in modo che, in qualsiasi momento, si possa staccare dalla pratica e dedicarsi a ciò che preferisce in quel momento. Non si corre il pericolo di vanificare il progetto o creare distrazione o confusione, se gli oggetti proposti non sono troppi e se sono ben scelti. Anzi, in questo modo si dà al bimbo la possibilità di scegliere che direzione dare alla pratica: oggi si legge e si canta, domani ci si muoverà di più, un altro giorno ci si toccherà e massaggerà a vicenda...
Questi sono gli oggetti che io e Ladù non ci facciamo mancare nella pratica, ai quali, con i bambini più grandi, si possono aggiungere carta e colori.
     1- Stoffa colorata, come quella che vedete nella foto di apertura del post. Si possono usare tipi di stoffa diversi, divisi in teli di dimensioni diverse. A me piace molto la lycra elastica, che si trova anche a bassissimo prezzo. Ne ho un pezzo molto grande e vari più piccoli, con cui avvolgere Ladù, farlo dondolare come in un'amaca e...
     2- Strumenti musicali, alcuni "veri" altri di riciclo (barattoli riempiti con legumi secchi, campanelli, bastoncini...)


       3- Giochi morbidi, per sottolineare i movimenti delle mani, per muovere e orientare lo sguardo...


(La mano con un personaggio per ogni dito è di Imaginarium, il pupazzetto a lato l'ho cucito io seguendo queste indicazioni)

      4- Ritagli di materiali diversi, da toccare, guardare, per solleticare il tatto e non solo.


     5- Libricini, pochi, ben scelti. I libri che seleziono per Ladù sono il più possibile in sintonia con la filosofia yoga: semplicità e linearità delle forme, purezza senza distorsioni. Tana Hoban ha illustrato molti libri adatti anche ai piccolissimi, in cui sono riportate forme semplici, oggetti quotidiani.


     6- Tappeti sensoriali, perché il pavimento può avere tante forme.


Questo è un pannello fono assorbente comprato a "Le roy Merlin" per pochi euro. E' la nostra ultima scoperta, camminarci sopra è un  piacere inaspettato per i piedi...

Spesso le pause che Ladù si prende dalle asana per fermarsi a giocare con la voce, suonare... mi servono per dedicarmi un  po' di più a me, per lasciarmi andare in qualche posizione, per prendermi (e lasciargli) uno spazio di attività solitaria, che è sempre stimolante per entrambi. Constato la positività di questi momenti di pratica individuale anche sugli allievi dei miei corsi: non c'è mamma a cui non piaccia l'idea di rilassarsi, di prendersi anche solo per un minuto per sé, avendo il proprio bimbo vicino. E scommetto che per i papà è lo stesso.

4- Basta lanciare il la, e vedere come va
Non c'è bisogno di martellare di stimoli i bambini. Sistemiamoci in una posizione, e sentiamo cosa ne pensano. Ascoltiamo un brano musicale, poi diamo loro la possibilità di esprimersi. Prendiamo un oggetto, mostriamo il suo utilizzo, poi vediamo cosa ne vogliono fare loro. Accarezziamoli in un punto e osserviamo la reazione, cantiamo una filastrocca: quale ritmo di movimento, di respiro suggerisce? Stiamo nell'azione fino a che anche solo uno dei praticanti mostra segni di stanchezza: questo è il miglior metro per stabilire i confini temporali dell'esercizio.

Scrivendo questo post ho capito quanto c'è da spiegare del retroscena, della base di partenza su cui organizzare il gioco yoga come piace a me. Soprattutto, mi sono resa conto di quanto certi principi, per nulla scontati e importanti, che ho derivato dalla pratica yoga mi siano utili nell'educazione e nell'accompagno all'esplorazione di Ladù. A questo post ne seguiranno altri, in cui approfondirò i vari temi indispensabili per portare un po' della filosofia yoga nel nostro rapporto con i bambini.

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