Un diario dell'orto [settembre, luna calante]



















E' stata una settimana piena di gite, ospiti e impegni che ci hanno tenuti spesso lontani dall'orto.
Ma un solo giorno di lavoro è bastato a recuperare gli altri sei: il giorno della vendemmia.
Quest'anno, per me, è stato ancora più speciale dell'anno scorso, quando non avevo colto lo spirito, né capito il vero valore, né ero entrata in sintonia con le piante e i loro frutti.
La vendemmia mi era sembrata un'altra delle fatiche di cui farsi carico, insieme alla ristrutturazione della casa, al trasloco, al bambino (già, alla vendemmia scorsa Fado non c'era, nemmeno in pancia...), alla terra, agli altri impegni.

Dopo i mesi passati a bere il vino, ad assaggiare come si trasformava nella consistenza e nel sapore, a vedere la vigna e i suoi frutti vivere, proprio come noi e insieme a noi, la vendemmia di qualche giorno fa mi è sembrata quello che per secoli è stata, forse, in tutte le terre, per tutti i coltivatori: una festa, un momento per incontrarsi e tirare le somme, prepararsi e infine aspettare il nuovo vino, la chiusura di un ciclo e l'apertura di un altro.

Un po' di aiutanti, piccoli e grandi; forbici distribuite a tutti; cassette lavate e sistemate lungo i filari e l'invenzione della tradizione tutta nostra di lasciare la cantina aperta la sera prima del grande giorno. Il torchio liberato dal lenzuolo che lo ha protetto durante tutto l'anno; il tino enorme in cui far fermentare l'uva nera sistemato sulla porta e quello più piccolo dove provare a schiacciare l'uva con i piedi preparato all'aperto.
I nostri giochi, il nostro impegno a trasformare il lavoro in piacere, il nostro procedere a tentoni alla ricerca della via giusta, di quella che fa per noi.

Abbiamo riconosciuto i filari metro dopo metro, visto l'uva rovinata per i trattamenti che non abbiamo fatto, raccolto grappoli bellissimi rimasti intatti nonostante i parassiti e mangiato acini irresistibilmente dolci tra le chiacchiere del lavoro insieme e la fatica delle ore sotto il sole.

Abbiamo torchiato l'uva bianca, perché il vino bianco ci hanno insegnato a farlo "a crudo."
Abbiamo messo in una botte un po' di uva rossa da cui faremo il novello, e altra uva sta fermentando il attesa di essere selezionata per il rosso di prima scelta e quello di qualità più scarsa perché torchiato un po' di più.
Abbiamo tenuto altra uva rossa per provare il rosè e qualche litro fresco di spremitura con cui fare il succo, buonissimo, dolcissimo.

Gli amici sono rimasti fino a tardi, i bambini si sono divertiti e stancati.
Abbiamo mangiato tutti insieme, bevendo il vino dell'anno scorso e, anche per quest'anno, abbiamo chiuso la festa, capito alcuni errori e imparato qualche altra cosa.
Mi piace pensare che la vita che abbiamo scelto è piena di compagni e insegnanti, che sono la natura e gli animali.
La vite è una compagna e una maestra: le lavorazioni, i travasi, gli assaggi, la potature, i primi acini che scorgeremo acerbi, il prossimo sole estivo che li farà maturare e poi, ancora, un'altra festa e un'altro ciclo.



Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.

4 commenti:

  1. Perchè mi vengono le lacrime ogni volta che leggo questi post? Forse perchè sono felice di leggere che quello che vorrei mi succedesse sta succedendo a qualcuno... te? Forse perchè righe così mi danno speranza e trovo qui la forza di continuare a pregare affinchè si formino le condizioni giuste per intraprendere questa via... (visto che sono la sola di 4teste a desiderarlo fortemente, ma so che se solo trovassimo la casa giusta cambierebbero da soli le loro idee).
    Grazie per questi racconti di vita ; )

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    1. Non sei la prima a scrivermi di essere l'unica in famiglia a volere il cambiamento. In effetti, qualcosa di così radicale deve nascere da una forte esigenza comune. Anche a noi è servito qualche anno di tempo, ci è servito parlare con più persone e riflettere sui pro e i contro. Ti auguro di trovare presto la tua (vostra) dimensione, perché vivere certe esperienze con le persone che si amano è bellissimo.

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  2. Carissima!!!Eccomi...Il tuo diario di vita è una continua fonte di ispirazione per ritrovare se stessi nell'armonia con il Tutto... Grazie d'essere d'esempio e di condividerlo!!!
    La vendemmia è davvero un momento speciale dell'anno:vivo questa cosa da quando ero piccola; mio padre ha sempre fatto il vino, come un rituale e come una magia che si ripete, sempre uguale e sempre nuova, a Natale beviamo un buon vino biologico, dolce e maturo quanto basta perchè lo possano bere tutti i componenti della famiglia, anche i più piccoli!!! Oh, meraviglia di Madre Terra!!!
    Ti abbraccio, cara compagna di viaggio!!!
    Serenità e benedizioni ate, alla tua famiglia e alla tua terra!!! ^_^

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