Un senso interiore di realtà

Si può emozionarsi per qualcosa che si conosce già, solo perché è detto con parole perfette, con un ritmo che è esattamente quello di cui si ha bisogno, in una sequenza che non potrebbe essere migliore?
La mia lettura di The reality of being di J. de Salzmann procede a rilento, perché ho poco tempo, ma soprattutto perché rileggerei ogni pagina mille volte, perché spesso chiudo il libro, chiudo gli occhi e rimango a ripetermi parole e concetti, sperando che mi entrino nei muscoli e tra i pensieri.

Posso diventare cosciente di come le cose avvengono in me, e posso trovare un'attitudine, una postura interiore, che mi permetterà di aprirmi ad un'energia più alta.
Essere cosciente significa che tutte le parti di me possiedono questa conoscenza.
Andare verso quest'apertura richiede di diventare passivi, disponibili a ricevere quest'energia, in un movimento di cosciente ricordo di se stessi.

Tutti i muscoli sono rilassati, ma solo fino ad un certo punto.
Mantengono la tensione necessaria per sostenere il flusso di energia- non troppo, perché questo allontanerebbe dal corpo, non troppo poco, perché questo farebbe disperdere la corrente di energia.

Regolare il bilanciamento tra tensione e rilassamento, il tono generale, influenza l'insorgere dei pensieri, del ritmo, e come risultato può portare alla maestria sulle associazioni.
Sento immobilità, e un senso interiore di realtà.

Un esercizio è sempre un aiuto temporaneo, un mezzo con cui fare il passo che ho bisogno di fare, per vedere meglio la mia situazione e capirò lo sforzo che devo compiere.

Nel fare un esercizio, cerco non farmi distrarre dall'esperienza. E' un momento serio. Ne sento la gravità. Il mio lavoro dipende da cosa conoscerò adesso. 
Se ogni parte del corpo mantiene l'iniziativa, il gusto della realtà è rinforzato e l'esperienza di "io sono" ha un supporto, una vibrazione che viene da uno sforzo cosciente.
Nello stato tranquillo che segue l'esercizio, mi prometto che qualcosa di esso rimarrà con me fino alla prossima volta. E che la prossima volta rimarrà ancora di più.

E non è vero anche per la vita di tutti i giorni, questo?
Questo è ciò a cui ho sempre pensato quando pratico per me e quando insegno: al senso di realtà che c'è dietro qualsiasi postura, che è una forma ma che è anche interiore e reale e alla tranquillità che segue ogni postura, come momento per offrirsi allo scopo, farsi una promessa di fiducia. Al senso di presenza, che è amore per se stessi, e all'equilibrio di tutte le forze, che è inevitabile accettazione del bello e del brutto e degli eccessi.
Fino al punto che l'impegno richiesto per Stare diventa luce: è il momento in cui tutto acquista senso, il senso migliore per me.
Allenarmi alla fiducia, ad amare la realtà, che ha avuto questa forma, per me, in questi giorni:

Una meditazione
che parte da seduta, con le mani sul cuore e che prosegue alzandomi e, inspirando, allungare prima un braccio e poi l'altro verso fuori, per segnare l'espansione verso fuori, il ritorno a me e l'ascolto.





Un asana, ustrasana,
la posizione del cammello prima con le mani appoggiate alla schiena, poi ai talloni, con lo sguardo e il petto aperto- oh, quanta forza, quanto coraggio e morbidezza insieme!





E per finire, risalire, allungando le braccia verso su, come appendermi al cielo e chiedere alla terra di sollevarmi.




Poi stare, nella tranquillità, a coltivare il mio senso interiore di realtà.

Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.









6 commenti:

  1. Sto in silenzio ma ti seguo.
    E guardo. E ascolto. E imparo.
    Un abbraccio

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    1. lo stesso vale per me. grazie di aver rotto il silenzio. ti abbraccio!

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  2. Beh, ora mi sento come te con quel libro in mano ; )

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    1. Riguardo il cioccolato nel freezer ti ho risposto stesso sotto al tuo commento... ripassa appena riesci. Grazie.

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  3. Quanta serenità c'è in questi movimenti apparentemente semplici e quanta concentrazione deve richiedere farli nella maniera giusta, respirando piano e sentendosi una cosa sola fra terra e cielo....come mi piacerebbe imparare da una maestra brava come te...ti abbraccio forte. Gabriella

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    1. più che imparare sarebbe uno scambio di cose belle. ti abbraccio!

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