Sulla strada della metamorfosi, della comprensione di come migliorare il qui e ora, un invito che ho cercato di cogliere e far mio è quello di "vivere nel flusso".
Lo stato di flusso è quello che raggiungiamo quando svolgiamo compiti all'altezza delle nostre competenze, nè troppo difficili nè troppo facili, in quella corrente che scorre tra l'angoscia e lo stress di dover affrontare un compito al di sopra delle nostre capacità e la noia che consegue da uno al di sotto delle nostre attitudini. Il flusso è quell'esperienza di grazia che ci fa essere un tutt'uno con l'attività che stiamo svolgendo, che ci fa distaccare la mente da tutto ciò che non è qui e ora, dalle preoccupazioni, dai conflitti interiori. Vivere nel flusso significa andare alla ricerca di quelle attività ed esperienze che ci catturano e assorbono, permettendoci i esprimere al meglio noi stessi, e quindi di aumentare la nostra autostima e influire positivamente sul nostro benessere. Un buon modo per iniziare a riconoscere e moltiplicare i nostri momenti di flusso è pensare alle nostre azioni quotidiane e cercare di dilatare e rendere sempre più siginificative quelle che ci fanno navigare nella corrente che porta alla nostra felicità.
Lo spunto per questo post è tratto dal "Quaderno di esercizi di allenamento alla felicità" di Yves Alexandre Thalmann, una lettura divertente che fa riflettere su quanti impedimenti mettiamo al nostro cammino, basandoci su false credenze, inciampando su banali errori.
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