Mostri, segreti, ombre: inchino all'umiltà

Foto: Dolores Viero


Se è vero che nulla accade a caso...
Sono passati un pò di giorni dalla pubblicazione del mio ultimo post, avevo in mente tante cose da scrivere e anche qualche ritaglio di tempo in cui farlo, ma c'era sempre qualcosa che mi fermava. Quella distrazione che fa cambiare strada, quella scusa che fa impegnare il tempo in un altro modo e allontana il pericolo del confronto: con un pensiero che si fa sempre più grande e chiede spazio, con un dubbio che si insinua e non si lascia a zittire.
Blocco dello scrittore? Sarebbe un pò pretenzioso spiegarmela così.
Sono finite le cose da dire? Ci ho pensato, ma non credo sia questo il problema, visto che ho sempre le idee che si accavallano e lottano per trovar spazio e tempo fuori dalla mia testa una prima dell'altra.
Semplicemente, ma ci ho messo giorni a capirlo, un problema di onestà.
Era un passaggio obbligato, sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo. Quello che scrivo, le foto che pubblico (tranne quella qui sopra), le emozioni che aggregano parole, immagini e idee, sono miei. Ma non sono tutto di me. Dietro allo spirito positivo che parla, ce n'è uno più cupo che si intravvede, dietro una parola di entusiasmo c'è uno spazio di tristezza, o di rabbia. Anche loro, quelli brutti, le ombre, fanno parte di me, ma fino ad ora non sono mai spuntati sulle pagine di questo blog. Fino a farmi perdere quello stimolo a scrivere che mi aveva spinta ad aprirlo, perchè è difficile annegare qualcosa mentre si predicano apertura e condivisione.
Eccola, la mia solita paura di essere scoperta a non fare tutto "come si deve", la preferenza assicurata alla mezza verità, perchè l'altra metà è scomoda.
Poi, alla ricerca di quello che avevo bisogno di incontrare prima ancora di sapere quale fosse il mio male e come curarlo, ho trovato un indizio per una nuova meta verso cui incamminarmi: Secrets, una piccola riflessione farcita con grande onestà, scritta da Elena Brower. Quello che mi serviva, per mettere a tacere il mio giudice interiore, tranquillizzarlo con le parole di una grande maestra di yoga e riprendere il mio lavoro ispirata dal coraggio. Non imbarazzarmi della mia ombra, avere fiducia nella comprensione reciproca che non si vede, ma regge il mondo.
In ultimo: un grazie a Dolly, che in qualche modo ho tirato fuori buona parte di tutto questo con uno scatto.

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