Tempo al tempo. E io al centro.

  

Questi sono i rami di una pianta grassa del terrazzo.
Li abbiamo staccati quando alle loro estremità erano sbocciati i fiori.
Dopo vari giorni senza acqua e lontani dalla terra, hanno comunque fatto i frutti.
La Natura! Dare fiori e frutti anche stando nel vuoto. Che Maestra!

  Tempo al tempo. E io al centro.
Non saprei dire quando e perché ho scritto questa frase. L'ho trovata in mezzo alla pagina di un vecchio diario, insieme a simboli dell'I-ching, disegni, parole alla rinfusa e colori.
Una riflessione lapidaria, che a leggerla in questo momento, per caso, mentre cerco altro, mi sembra il riassunto più azzeccato di come sto.

  Tempo al tempo.
  
  Sono stati giorni difficili. A tratti mi sono sentita presa d'assalto su più fronti.
La notte in cui c'è stata la prima scossa di terremoto in Emilia ero sveglia, Ladù si era appena riaddormentato dopo una scorpacciata di latte e coccole. Ho letto un sms dei miei genitori con scritto: "Stiamo bene. Siamo corsi fuori casa, siamo in mezzo a tante altre persone. Fa freddo." 
Il terremoto non è ancora finito, ma i miei familiari, ormai, sono sfiniti. E io sento tutta la loro stanchezza arrivarmi dal profondo, come attraverso una specie di cordone ombelicale lunghissimo e atavico.
  
  Ho dato un taglio ad un rapporto di lavoro irrancidito. Se avessi seguito le mie sensazioni sarei scappata fin dai primi minuti passati in quel contesto. Invece ho aspettato, sopportato. Solo dopo ho capito di essere ancora schiava di quella pazza idea per cui, pur di avere il riconoscimento sociale del "Lavoro," si è disposti a farsi calpestare. La cosa mi è bruciata dentro fino a che ho deciso di bruciarla io: ho preso la busta in cui, anziché esserci il mio meritato compenso, erano scritte due righe di vergogna con improbabili giustificazioni. L'ho bruciata con qualche foglia di alloro, per darmi la saggezza per capire e non ripetere mai più, chiedendo la giusta visione per inquadrare tutto nella prospettiva migliore, e un po' di lavanda, per purificarmi il cuore da quell'esperienza che non sono io, che non appartiene al mio modo di vivere.

  E io al centro.

  Qualche giorno dopo mi ha presa d'assalto un'inspiegabile dolore alla schiena. Un punto preciso della zona lombare era diventato un muro e tutto il corpo soffriva del suo irrigidirsi. 
Era chiaro: avevo messo a dura prova il mio stato emotivo. 
Il secondo chakra aveva finito le energie e chiedeva di essere messo a riposo per recuperare. Soffriva mentre la mia famiglia soffriva, si era scaricato di energia vitale appresso ad una situazione di lavoro malsana, che cercava di far presa sulle mie emozioni per sostenere il suo torto.
Indecisa su come risollevarmi dal dolore, mi sono inventata una ricetta casalinga.

Ricetta casalinga per sfiammare le contratture muscolari

- zenzero fresco grattugiato 
- qualche goccia di olio essenziale di albero del tè
- qualche goccia di Elm, il fiore di Bach legato al secondo chakra
- qualche goccia di Star of Betlehem, il fiore di Bach per affrontare il dolore.

Ho mescolato tutto e sistemato la pozione-ricetta in una garza sterile, per attaccarla alla zona dolorante con lo scotch di tessuto, e coprirla con una sciarpa di lana.
In pochi minuti la zenzero ha scatenato un salvifico pizzicore anestetizzante. Il tea tree antinfiammatorio ha lentamente sciolto il grosso del dolore. Elm e Star of Betlehem hanno aiutato le energie a stabilizzarsi. Nel giro di poco sono stata molto meglio.

  Poi mi sono voluta bene. Ho investito le mie energie creative nel fare, nell'alchimia che mescola ingredienti e ottiene ricordi quotidiani dell'amore che c'è dietro le cose fatte in casa. Mi sono data all'autoproduzione, muovendomi in terre già note: pane e torte con pasta madre, vestiti creati e cuciti da me...

... e verso lidi che ancora non avevo sperimentato: oleolita al gelsomino, dentifricio, deodorante, latte di soia e d'avena, tofu, sale aromatizzato.

  Ricetta per l'oleolita al gelsomino

Riempire un barattolo di fiori di gelsomino colti al mattino o alla sera (quando il profumo è più intenso). Versarci sopra un olio, preferibilmente di mandorle o d'oliva, perché si conservi più a lungo. A seconda dell'intensità della profumazione che si vuole ottenere, sostituire più volte i fiori con altri freschi.

Ricetta per il dentifricio fatto in casa

Io l'ho presa qui: è stato un successo!

Ricetta per un deodorante fai da te

In rete si trovano molte ricette, una per ogni gusto! Io lo volevo in pasta, e tutto di ingredienti facili da reperire. Alla fine ne ho personalizzata una che ha funzionato benissimo:
- due cucchiaini di burro di karitè
- tre cucchiaini di olio di mandorle
- due cucchiai di bicarbonato (funzione deodorante)
- un cucchiaio e mezzo di amido di mais (funzione assorbente)
- qualche goccia di olio essenziale di patchouli (ultimamente è il mio preferito...).
Ho scaldato il burro di karitè a bagno maria e, una volta sciolto, l'ho aggiunto all'olio di mandorle.
Ho mescolato bicarbonato e amido fino a renderli una polvere omogenea ed ho aggiunto la miscela di olio e karitè. Una volta ottenuta una pasta morbida ho aggiunto l'olio essenziale. 
Uno splendore efficace!



Ricetta per il latte vegetale fatto in casa

Per il latte di soia e il tofu ho seguito la ricetta di un blog che non conoscevo, scoprendo un'altra valida fonte di spunti per le ricette vegane. Qui le istruzioni passo passo.
Per il latte d'avena mi sono divertita a seguire le indicazioni di un improbabile casalingo. Qui il video da guardare.

Ricetta per il sale aromatizzato autoprodotto

L'idea mi è venuta leggendo Sara, sul suo blog Freshisland (qui il link alla pagina).
Io poi l'ho rivoluzionata, tenendo il principio meraviglioso che tutto può insaporire. Ho unito foglie della menta più buona del mondo (cresce ai bordi del lago di Vico, nel viterbese) che ho trapiantato in un vasetto del nostro terrazzo, a semi di sesamo, girasole, lino e zucca. Ci ho aggiunto una punta di sale integrale, ho frullato tutto e... che soddisfazione! Sicuramente proverò la ricetta con altri ingredienti, magari anche più azzardati!




  Tempo al tempo, ritrovando il ritmo di fare ed ascoltare, rispettando il dolore, gli scossoni e gli schiaffi in faccia. 
E io al centro. Io, come donna che sta imparando ad usare le sue arti per riportare il mondo nell'ascolto, per crescere un uomo che saprà rispettare la natura e amarla, apprezzando il valore del "fatto con le proprie mani, in tutto il tempo che serve." Io, come noi, ognuno condividendo e portando avanti il suo pezzo, curando le nostre energie e il nostro corpo.
Ecco, allora questi giorni di stallo, i muscoli contratti, la sensazione di essere scarica, il dispiacere per la terra che scuote, urla e mostra che c'è bisogno di cambiare qualcosa, sono serviti. 
E rivedo l'insieme, l'armonia, la perfezione.

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2 commenti:

  1. che bel post!
    E questa frase..."tempo al tempo.E io al centro" che mi passa nella testa come un mantra...o una formula magica!
    Grazie per aver condiviso tutto questo, un abbraccio.

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    1. è vero, sembra una formula magica, un mantra-strumento per tornare con i piedi e la testa nella direzione migliore per noi. chissà com'è uscita, non sai cosa darei per ricordare quando e perché l'ho scritta!

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