L'inversione dell'esperienza: meditazione per bambini (e grandi)


Qualche mese fa, sulla pagina facebook di questo blog, è apparsa una discussione tra alcune lettrici in merito alla questione: bambini e meditazione.

Esiste una forma di meditazione su misura per i bambini?

Se è impensabile farli stare seduti, fermi e ad occhi chiusi per ore (o anche solo per pochi, interminabili, minuti), può essere bello coinvolgerli in momenti di condivisione del proprio sentire, attraverso l'uso dell'immaginazione in quanto tramite tra razionalità ed esperienza.

Credo che fermarsi ad ascoltare faccia bene a tutti e sia un'attività perfetta anche per i bambini, dai tre, quattro anni in poi.
Prima di quell'età, l'attenzione e l'ascolto delle proprie sensazioni si può comunque coltivare attraverso massaggi e attività che coinvolgano i diversi organi di senso, come fare musica o cucinare insieme.

Per mesi ho pensato di scrivere un post che raccogliesse esempi di splendide meditazioni sperimentate con i bambini, ma non mi sono mai risolta a farlo.
Comincio quindi con una di queste esperienze meditative, che ho ideato partendo dal mio vissuto.

In una giornata di pioggia e vento, a casa da sola per qualche ora, ho sentito il forte impulso a prepararmi con cappello e galoches e uscire per giocare un po' nel verde. Forse, come spesso accade, l'irresistibile spinta che ho sentito è arrivata al momento giusto, per insegnarmi qualcosa.
Negli ultimi anni la pioggia per me era sempre stata una inutile scocciatura, un'occasione che riempiva di traffico la città, rendeva gli spostamenti in bicicletta una specie di tortura e il mio umore più cupo.
In quel momento, invece, era tutto diverso. Ero felice di partecipare a quello spettacolo della natura!

Era successa una specie di magia: ero riuscita ad invertire la qualità di un'esperienza, a renderla positiva, da vivere serenamente.

Qualche giorno dopo, durante la lezione di yoga per bambini, ho proposto di giocare/meditare su un'esperienza simile:

Immagina di essere al cinema, seduto in attesa che il film inizi.
Quando finalmente appare il titolo, leggi: "Una bella esperienza che ho vissuto."
Come prosegue questo film?

Ho lasciato qualche minuto di silenzio, mi sono fatta raccontare la trama del film e ne ho tratto tre emozioni/azioni per renderlo corporeo, attraverso tre asana.

Ho poi fatto lo stesso, ma proponendo come titolo:
"Una brutta sensazione che ho vissuto."

L'aver proposto di filtrare queste esperienze attraverso la visione di un film è stato funzionale soprattutto a questa seconda parte della meditazione: a volte poter vedere con distanza aiuta a lasciarsi andare anche all'esternazione delle sensazioni più difficili.

Ne abbiamo ricavato una sequenza di sei asana, con cui giocare a sperimentare la legge dell'inversione: sistemati uno dopo l'altro, dal negativo al positivo, gli asana sono un viaggio, una catarsi.

E' solo un semplice esercizio, ma spero sia un modo per prestare attenzione senza paura a ciò che abbiamo dentro, imparare a gestire e magari trasformare le esperienze che facciamo e che, anche per i più piccoli posso essere negative o angoscianti.


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7 commenti:

  1. mannaggia! ho studiato tante lingue ma il portoghese proprio no! ti scriverò sul tuo blog!

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  2. Ciao Ylenia, trovo molto interessante quello che hai scritto e rafforza quello che penso riguardo la meditazione e i bambini.Nel cerchio di meditazione che frequento a volte le mamme portano i loro figli e io stessa ho portato il mio cuginetto che ancora ricorda con gioia quell'esperienza. Per l'occasione svolgiamo meditazioni più adatte a loro.E' molto bello quello che hai fatto durante la tua lezione e mi piace molto l'idea del film :-)

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  3. Grazie, è prezioso quello che scrivi, rafforza il pensiero che sono su una buona strada nel fare il mio piccolo compito per il mondo. Mi hai fatto venire un'idea, ti scrivo appena posso sul tuo blog!

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  4. Ylenia,
    che bello questo tuo post!
    Oggi lo prendo come conclusione di questa mia giornata così piena, in cui son riuscita a catalizzare la mia energia positiva, che mi sento così bene...
    ho iniziato la prima lezione di yoga kundalini e ti ho pensato così tanto, ho pensato che da tanto tempo avevo promesso che avrei iniziato il corso e poi ho sempre rimandato e che niente, volevo tanto fartelo sapere...
    mio marito mi ha chiesto perchè non sono andata dalla mia amica del blog che fa yoga (si riferiva a te) e gli ho spiegato che non sei più a Roma...e insomma...un commento sconclusionato..però era per dirti che nella mia positività di oggi ci sei tu.

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  5. Oh! Sono felicissima, hai iniziato un corso di yoga, brava! Sono sicura che ti farà bene, e ti darà sostegno, per me la pratica è soprattutto questo! Ti abbraccio, un pó emozionata per la tua positività che è arrivata fino a qui!

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  6. Non ho mai ancora fatto yoga ma studiato sanscrito e i testi vedici quindi con la mente apprezzo profondamente quello che suggerisci per grandi e piccini, spero di riuscire a passare dalla teoria alla pratica, anche grazie al tuo aiuto!

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    1. Te lo auguro! Anche il mio percorso è iniziato così, dalla teoria. La pratica è stata un buon modo di nutrire il percorso.

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