La prospettiva da qui

La prospettiva da qui è completamente diversa da tutti i punti di vista che ho sperimentato finora.
Le ore passate ad allattare o a tenere il piccolo il braccio mi stanno insegnando un altro, nuovo e speciale punto di vista sul mondo.
Un po' come se tutto scorresse e io stessi ferma, nel mio statico e immenso ruolo di fonte di vita e cambiamento.

La prospettiva da qui me la sto conquistando a fatica. All'inizio non ricordavo come si può vivere serenamente l'attesa di tempi così diversi dai propri, come si può mantenere il proprio centro anche quando un meraviglioso, ma comunque altro, essere gioca costantemente sul filo del decentramento, della rottura dei fragili equilibri appena conquistati, dell'irruzione negli spazi di pace appena accennati.

Solo adesso sto ricominciando ad apprezzare l'importanza di quelle ore in cui posso non fare, non alzarmi, non rispondere, non avere tempo-modo-voglia e -ah!- legittimarmi a lasciar correre senza sentire il peso delle responsabilità.

E sto cercando di godermelo, questo stato di immobilità che davvero poco mi si addice, per tutto quello che mi fa vedere.
Come la prospettiva da qui: macchina fotografica in mano, a scattare momenti di vita insieme che altrimenti andrebbero persi o sottovalutati. Scatto un'infinità di fotografie. Sempre io, sempre con in braccio lui, che a tratti si lamenta e a tratti si rassegna alle posizioni scomode o alle soste lunghe senza essere cullato.
Un giorno glielo dirò, che senza di lui non avrei mai scoperto quanto è piena di sorprese la prospettiva da qui. Da seduta, in piedi, sdraiata, stanca, sveglia, eccitata, stupita, curiosa. Da tutti i diversi modi di essere che attraverso in ogni singola giornata, tutti accomunati da lui addosso.

Eccomi, nella fortunata veste di spettatrice della nostra vita che scorre, a meravigliarmi di quanto certi momenti che sono niente riescano ad essere così belli. Vorrei salvare ogni gesto, ogni voce, ogni espressione. Vorrei che tra cent'anni potessimo vedere come eravamo, contare i passi che abbiamo fatto nel frattempo e guardarci felici di averli fatti insieme.
Chissà se ai miei figli piacerà, tra cent'anni, ritrovarsi in così tante pose che raccontano di loro.
Per me la prospettiva da qui è leggerezza, è il gioco di non perdere niente per il semplice gusto di tenerlo stretto ancora un po'.

I miei scatti, nella mia prospettiva. Da qui. A modo loro, un'altra meditazione.










Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.


4 commenti:

  1. Mi entri dentro, sempre.
    E mi sai cullare come culli ciò che ami.
    Grazie Ylenia, grazie.

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  2. ti abbraccio, da lontano ma forte.

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  3. cambiare le prospettive è un bell'esercizio.
    Un abbraccio, ti leggo così serena che rassereni anche me. :)

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