Un diario dell'orto [ottobre, luna calante]

In queste settimane che si rincorrono veloci mi rendo conto di come, col cambio di stagione, cambiano naturalmente anche i nostri ritmi ed esigenze.
Nonostante faccia ancora caldo, il tempo che trascorriamo all'aria aperta si sta riducendo, ed è un sollievo vedere che nei mesi che abbiamo passato a lavorare sodo siamo riusciti a costruire qualcosa, a gettare le basi per coltivare la nostra terra in un modo che ci piace.

Mi piace svegliarmi presto, uscire quando ancora la luce è poca e la nebbia è fitta e guardarmi attorno: vedere cavoli e broccoli che crescono verdissimi senza bisogno di essere annaffiati ogni giorno; fare un giro nella serra e trovare ravanelli, rape e bietola che spuntano vicino al basilico che resiste nel caldo umido che si crea all'interno della struttura; affacciarmi alla finestra di casa e vedere il semenzaio all'aperto finalmente salvo dalle aggressioni delle lumache grazie al semplice e geniale accorgimento della cenere sparsa attorno ai vasetti.




















Nei giorni scorsi siamo tornati ad occuparci dell'uva e del vino.
Abbiamo raccolto qualche grappolo che non era ancora pronto quando abbiamo vendemmiato e abbiamo torchiato il novello.
Il nostro primo esperimento di vino novello non ha dato proprio i risultati che ci aspettavamo. Abbiamo fatto qualche errore nel processo di fermentazione, ma, se non altro, ora sappiamo cosa non fare l'anno prossimo (ah, se fosse possibile sapere, subito e chiaramente, cosa fare...)
Con il vino bianco rimasto dall'anno scorso, invece, sono riuscita finalmente a dare il via al processo di creazione della madre dell'aceto. Sì, in casa nostra io sono la mamma (o creatrice di mamme) di quasi tutto e tutti. Dopo la madre del pane, ho sognato di preparare quella dell'aceto per mesi. Ho seguito questa ricetta: damigiana, garza, vino, un maccherone e tanta speranza e curiosità, come al solito.






Dopo un mese passato nel pollaio mobile che abbiamo costruito per loro, abbiamo finalmente liberato le galline. Si sono affezionate abbastanza alla loro casa da non allontanarsi troppo e tornarci all'imbrunire; io, inutile dirlo, sono fiera di loro; tutti noi, ovviamente, siamo felici di averle attorno quando lavoriamo.











In previsione del freddo, e per i primi camini accesi in queste serate di fine ottobre, i miei uomini stanno sistemando cataste di legna.






In questi giorni in cui la natura va tutta un po' più lenta questo è ciò che ci vuole: i colori dell'autunno intorno, le coccole dolci tra di noi, il fuoco del camino, un bicchiere di vino.


Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.

6 commenti:

  1. Il tuo blog é stata una piacevolissima scoperta!! Tornero'sicuramente a trovarti!
    Siete davvero bravi a fare tutte queste cose...Io da quando sono mamma ho sempre meno tempo ed ho dovuto abbandonare l'autoproduzione di tante cose!:-)

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    1. oh Ikka, per una cosa che facciamo ne lasciamo indietro dieci! lavoriamo moltissimo, personalmente non mi fermo un attimo dal mattino alle 6 alla sera alle 10. però, per ora, sono felice così: stanca e felice di tutte le mie stanchezze, perché ognuna rappresenta qualcosa che amo ( e questa, lo so, è una gran fortuna).

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  2. La vera magia è qui da te Ylenia....ogni vostro gesto è un incantesimo. Tu non hai bisogno di chiudere gli occhi per sognare, basta che ti guardi intorno...serena vita a te e alla tua splendida famiglia.
    Un abbraccio. Gabriella

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  3. Una gioia per l'anima i tuoi post!Siete fantastici!

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