Un diario dell'orto [ottobre, luna crescente]

L'orto di inizio autunno mi sta insegnando ad amare tutte le stagioni.
Il piacere di lavorare all'aria aperta senza sentire troppo caldo, la bellezza del verde rinvigorito dalle piogge e il sollievo dalle mille cure che la terra richiede in estate sono tutti aspetti che mi stanno facendo apprezzare il cambio di stagione.

In questi giorni abbiamo torchiato l'uva nera che avevamo lasciato fermentare per fare il vino rosso; con qualche grappolo di uva bianca che non avevamo ancora raccolto abbiamo sperimentato la produzione di un succo fermentato, secondo la ricetta di un ragazzo conosciuto durante la gita nelle Marche di un paio di settimane fa.
Ora tutte le botti sono piene, alcune damigiane contengono il vino avanzato dall'anno scorso, qualche bottiglia di succo d'uva è congelata per quando, nei prossimi mesi, avremo voglia di un sapore di fine estate, e a noi non resta che aspettare.
Attenderemo qualche settimana prima di assaggiare il novello e un po' di più per il vino che berremo tutto l'anno prossimo.
Berremo, offriremo, regaleremo, faremo paragoni con il vino dell'anno prima, forse annoteremo osservazioni e idee e, come al solito, impareremo qualcosa in più da inserire nella nostra valigia di conoscenze conquistate man mano, sbaglio dopo sbaglio.









Mi sto dedicando alle talee di alcune delle piante che vorremmo avere in quantità maggiore.
Continuo a dividere i carciofi, che abbiamo deciso di trapiantare nel pezzo di terra dietro casa che, con un bel po' di quella fantasia sognatrice che ci contraddistingue, chiamiamo già: "la carciofaia."
Vorrei trovare il tempo per tagliare altri rametti di salvia, rosmarino, origano, maggiorana e timo nella speranza che mettano le radici e diano vita ad altre piante, e ho in programma di cimentarmi nelle talee delle rose.
Non che sia una pianta che amo, la rosa, ma in questi mesi, assieme a tutto il resto, ho imparato ad apprezzarla. Mi sono stupita della bontà della marmellata fatta con i suoi petali, e, da quando l'ho scoperta, non sono più riuscita a togliermi dalla testa una vecchia usanza dei contadini d'un tempo: piantare rose vicino ai filari di vite è da sempre un modo per scoprire se la vigna si sta ammalando, dato che la rosa è attaccata dagli stessi parassiti ma lo rivela molto prima.
Vorrei anch'io mettere una rosa a precedere ogni filare, per non dimenticare mai che è possibile trovare il modo di vivere insieme alla natura, usando le sue infinite risorse e imparando ad ascoltarla, cogliendone i segnali e facendo tesoro della sua saggezza.



Sto continuando il mio progetto di addestramento alle galline, sperando di insegnare loro a mangiare le nostre nemiche numero uno: le lumache (nel frattempo, ho contornato il vivaio con cenere in abbondanza, nel tentativo di tenerle lontane dai germogli che amano tanto).






Il pezzo di campo in cui erano stati seminati i girasoli, e che ha colorato le nostre giornate estive, adesso è spoglio, triste e in attesa della prossima semina, il grano.
L'orto, invece, è quasi finito: abbiamo trapiantato buona parte delle piante che vorremmo per la prossima stagione, mentre qualcuna è ancora nel vivaio, altre nella serra, e altre ancora saranno seminate nelle prossime settimane.








Qualche giorno fa sono andata a trovare i nostri vicini, che producono il miele. Sono tornata a casa con  un paio di vasetti in previsione dei malanni invernali, e un regalo speciale che mi ha fatto pensare che, prima o poi avremo anche noi le api.
Chissà, magari arriveranno anche le api, dopo le pecore e le papere, che inizierò a studiare dopo essermi lanciata nel mondo dei volatili con Gertrude e Berenice.




Ogni sera mi addormento pensando che ci sono troppe cose da fare.
E ogni mattina mi sveglio pensando che vorrei aggiungere ancora un'altra cosa al nostro mondo in continua formazione.
E più ci penso più spero che non finisca mai , quest'onda di entusiasmo che si fa strada in mezzo alla stanchezza.


Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.



4 commenti:

  1. Mi nutro del vostro entusiasmo e spero di avere un giorno anche io una terra mia: ora lavoro quella dei nonni, il che è già bellissimo, ma ho tante idee e progetti che loro alla loro età (83 e 84 anni) non hanno più voglia/forza/interesse a realizzare....spero di realizzare un giorno quelle idee in un pezzettino di terra mio :-) un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ti capisco, anche noi l'abbiamo tanto sognato, il nostro pezzetto di terra. e ancora adesso, ci scopriamo a sognarlo, prima di realizzare che, sì, finalmente c'è! arriverà, e sarà un sogno vero, anche per voi. un abbraccio a te!

      Elimina
  2. Grazie ai tuoi post, mi regalano sempre un viaggio nel mondo della natura, dei suoi ritmi, delle fatiche che comporta con le conseguenti soddisfazioni! Non stancarti, nemmeno di scriverne, mi sembra di respirare leggendoti!

    RispondiElimina