Cercare grazia, trovare spazio

Quello di stamattina è stato un risveglio speciale.
Mentre mi aggiravo assonnata e sbadata in una casa ancora buia e silenziosa, ho sentito cantare gli uccellini.
Sono corsa alla finestra, ho sentito il freddo pungermi le guance; ho alzato gli occhi al cielo, ho spalancato la bocca scorgendo una luna bellissima; ho sentito il gallo di qualche vicino di casa cantare e la sinfonia degli uccellini sprizzare di gioia.
Sono proprio felici, gli uccelli, di ogni nuovo giorno che inizia. Come se ogni nascer del sole non fosse scontato, come se fosse sempre una sorpresa, per loro.

E' anche per questo che adoro la bella stagione: svegliarmi e scorgere il primo chiarore nel cielo, attivare i sensi ed essere richiamata dai cinguettii, mette di buon umore, mette voglia di vivere.

Forse questo è il primo anno in cui ricollego la fine dell'inverno ad un giorno preciso: oggi, dopo la giornata difficile ed intensa di ieri, ci voleva proprio.
Questo è il periodo dell'anno in cui mi torna voglia di fare progetti, di stare ancora di più all'aperto, di raccogliere fiori.
Questo è il periodo dell'anno in cui mi sento un po' più leggera, in cui il cielo rosato dell'alba e i colori attorno mi fanno inventare nuovi propositi.

Vien voglia di ballare al sole, di mettersi una gonna di quelle che adoravo da bimba e piroettare cercando tutta la grazia che serve per affrontare ogni giorno; vien voglia di costruire casette di rami e grandi teli colorati da mettere all'aperto; vien voglia di riprendere tutte le cose lasciate in sospeso, di prendersi cura di sé.
Suppongo sia un indizio di primavera.

Inspiro.
Espiro.
Un respiro leggero, fatto di luce gialla, di grazia, di spazio.
Davvero, è come rinascere.
E mi scopro a cantare, da dentro, anche io, come gli uccellini all'alba stamattina, come gli alberi in fiore.

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