Conoscere il dolore e provare a trasformarlo

Ho pensato a lungo a come scrivere questo post. Ci sono parole che non si è mai pronti abbastanza a dire e situazioni che sono sempre difficili da raccontare.
Ma è il mio impegno, la missione a cui tener fede tra le pagine di questo blog: non nascondere nulla, imparare a tirar fuori il vero e scoprire come raccontarlo anche quando è poco piacevole.

A volte non c'è altro modo di raccontare le cose se non fare un sospiro e buttarsi.
E questo è ciò che farò.

I protagonisti di questa brutta storia sono un enorme cucciolo di cane, una gallina incapace di difendersi e dei padroni assenti per una lunga giornata di lavoro.
Attorno a questa storia aleggiano molti sensi di colpa e una punta di idealismo: avremmo potuto proteggerla, avremmo dovuto tener separati quei due esseri che amiamo così tanto ma che, a quanto pare, non potevano convivere, avremmo dovuto saperlo, che l'idea del "tutti insieme felicemente" poco si addice alla natura e al suo essere truce, a volte.

Con questo si apre una parentesi che speravo di poter rimandare ancora per un po', quella che si contrappone a tutti gli aspetti meravigliosi della natura e ne mostra la faccia schietta e netta. Funziona così, è una legge vecchia quanto il mondo.

Tra tutti sono io quella che sta facendo più fatica ad incassare il colpo, perché sono stata io quella che ha investito più energie per creare lo spazio e le condizioni per ospitare le galline a casa.
Così, mentre la povera Berenice sta passando molte ore al giorno rinchiusa nel pollaio mobile dove prima andava solo per dormire, io penso soluzioni per ridarle la libertà di cui per ora gode per qualche ora al giorno, quando anche noi siamo all'aperto e possiamo prenderci cura di lei.



La notte in cui abbiamo scoperto cosa era successo in nostra assenza non ho dormito: era solo un pennuto, ma era una simpatica compagna delle ore all'aria aperta e una generosa donatrice di cibo buono.
E anche i giorni successivi ho faticato a togliermela dalla testa così come l'ho vista quella sera: una serie di pezzi in cui era difficile riconoscerla.

A volte, quando le cose mi prendono troppo di sorpresa, fatico a muovermi o a meditare e sento il bisogno di canalizzare in altri modi: creando, ad esempio.
Ho aperto un link che avevo salvato tempo fa e, in una mattina di pioggia battente, con i miei due inseparabili compagni, ho creato il mio saluto per Gertrude.

Dal blog "Wake up and dance" (non sembra anche a voi un nome splendido, questo?) ho preso le istruzioni per creare una lanterna a forma di fior di loto, a cui ho fatto solo qualche modifica per ricavarne un porta candele.










Quella sera, quando ormai la pioggia battente aveva lasciato il passo ad un vento fortissimo e a qualche stella che spuntava in cielo, abbiamo suonato e cantato per Gertrude, abbiamo acceso una candela per lei e mangiato le sue ultime, buonissime uova.



Ma se Gertrude è diventata una stellina, poi, un giorno, può tornare ad essere gallina?

Non si sa mai come rispondere, a certe domande.
E non ho certo la pretesa di spiegare e risolvere la morte con una candela.
Ma la vita è un avvicendarsi di alti e bassi e, come sempre, la Natura è lo specchio magnifico e vero di qualcosa che fa parte di noi, in ogni momento.
Per fortuna i giorni passano, le cose cambiano e tutto continua nel suo ciclo costante. 

Per camminare insieme

Per crescere insieme

8 commenti:

  1. Va così, ahinoi: la natura è schietta e dura a volte, esattamente. Ti com-prendo e ti abbraccio.

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  2. ..mi dispiace tantissimo! mi era simpatica! certo che le domande dei bimbi sono le più toccanti...

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  3. A volte il nostro idealismo ci fa dimenticare che non possiamo vivere in una fiaba... e ci scontriamo con le leggi di una Natura che non riusciamo a capire...
    Ti abbraccio forte...
    Silvia

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  4. Cara Ylenia , purtroppo la natura ha le sue leggi che noi a volte fatichiamo non poco a comprendere....se non fosse successo quel giorno , probabilmente sarebbe successo comunque in un ' altra occasione. Hai fatto bene a compiere questo piccolo "rito " per Gertrude , è stato un dolce pensiero affettuoso per " accompagnarla" e un aiuto anche per te, per voi ...Ti abbraccio Ylenia.

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  5. Anche io penso che le cose vanno come devono andare e che all'amarezza e al dispiacere, al dolore e alla bruttezza delle cose della vita non ci resta che l'elaborazione e il rassegnarsi.
    Ho avuto una gallina da adolescente ed è morta per la bravata di mio fratello e i suoi amici...ci sono stata male anch'io pure se "era solo una gallina" come mi dissero!
    Un abbraccione!

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  6. Ciao Gertrude, generosa gallinella dalle uova buone.
    Purtroppo è così, noi pensiamo che possa essere diversamente ma l'istinto è un'altra cosa.
    Presto, bisogna dare una compagna a Berenice, non lasciatela sola e... attenti al cane!!!
    Un abbraccio e un bacio
    Francesca

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  7. Che poesia, il tuo bimbo. La natura a noi manca e compensare tutto quello che significa in altri modi non è facile. E' davvero bello come sie riuscita a celebrare questo dolore... Un abbraccio

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