La ricerca della semplicità

Hatha yoga anushasana.
Qui comincia lo studio dello yoga.

Così cominciano gli Yoga Sutra di Patanjali, i versi che hanno gettato le basi della pratica yoga.
Lo yoga comincia qui, e in nessun altro posto.
Comincia adesso, e in nessun altro momento.
Comincia così, e in nessun altro modo.

Qualsiasi cosa stiamo facendo o vivendo, in qualsiasi contesto ci troviamo, in ogni momento.

Il  mio yoga di questi anni è stato un continuo studiare e imparare a sentire in questo modo.
Lo yoga del corpo è un pretesto, cangiante come i muscoli e le ossa: le posizioni non sono una garanzia, ma dipendono dalla forma fisica, dell'età, dallo stato di salute, da infinite varianti, troppo labili per poter essere l'unico fondamento di una pratica vera e profonda.
Lo yoga, spesso, è vincere le resistenze, è mettersi in discussione.

Lo yoga comincia ogni volta che vinco le resistenze a smuovere energie- e muscoli, e pensieri- che sento stagnanti e che fatico a smaltire.
Lo yoga comincia ogni volta che mi appoggio una mano sul petto e il calore che si genera mi fa respirare profondamente proprio lì- quel posto che, per le diverse vicissitudini che la vita mi ha imposto, è spesso bloccato, chiuso, difeso.
Lo yoga comincia ogni volta che mi fermo, qualsiasi cosa stia facendo, e mi osservo. 
Mi chiedo: "Quanta gentilezza c'è, in quello che sto facendo?", "Quanta presenza c'è, in quello che sto dicendo?", "Quanta verità c'è, in quello che trasmetto?". 
Lo yoga comincia ogni volta in cui sarebbe molto più comodo mantenere lo status quo e invece mi convinco a crearmi un po' più di spazio, un po' più di respiro, un po' più di movimento.

Lo yoga comincia ogni volta che c'è voglia di scoperta, di resa, di gioco. E a volte è proprio difficile stare in contatto con l'idea che potrebbe essere tutto così semplice.


Ultimamente incoraggio spesso i miei allievi a praticare l'auto reiki. Il potere del semplice calore delle mani appoggiate con attenzione e amore dove ne sentiamo il bisogno è incredibile… e meravigliosamente semplice.


Amo molto questa versione di adhomukhasvanasana con sostegno, che è anche una preparazione alle posizioni in equilibrio sulla testa. E' un modo semplice di iniziare a sentire che tutto può essere invertito- e sovvertito. Non c'è sforzo, c'è solo lunghezza e una percezione del sostegno come una cura, come una mano tesa e pronta.






Sto pensando molto a questa sequenza, Urvashi asana, dedicata alla dea dell'alba. E' un innalzarsi, un sorgere, con attenzione, equilibrio, respiro.


Yoga mudrasana è la posizione della ricarica, per me. E' un chiudermi un attimo- e quanto ce n'è bisogno…!- cercare dove e come riprendere le forze, incoraggiarmi e osservarmi.

Niente posizioni difficili, per me, in questi giorni. Niente sforzi, niente richieste in cui non mi sento comoda.
Alla ricerca della semplicità, perché comincia davvero tutto da qui.

Per camminare insieme

Per crescere insieme

4 commenti:

  1. Mi piacciono molto queste asana! e anche la domanda "Quanta presenza c'è in quello che sto dicendo?"
    Buona giornata!

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  2. Oh, se davvero fosse sempre come nello Yoga: rispettare i propri limiti e prenderne atto, senza sentirsi in dovere di giustificarsi, ogni volta!!! *_*
    Cara Ylenia, che meravigliose pillole di sagezza e di "esempio vivente" mi regali, ogni volta che ti leggo!!! ^_^
    Ti abbraccio forte, cara!!!
    Silvia

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  3. E' arrivatooooooo!!!!
    Sono così presa in questi giorni che non ho nemmeno il tempo per ringraziarti come si deve ma presto lo farò.
    Per il momento ti abbraccio forte forte forte.
    L'incenso è un delirio!!!!
    Francesca

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    1. oh che bello, che bello, che bello! aspettavo proprio che tu mi dessi conferma che tutto era andato bene! come sono felice!

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