Gita sensoriale dietro l'angolo: Norchia (Vt)


Era giunto il momento di una fuga dalla città, anche piccola piccola, anche di qualche ora soltanto. Me ne accorgo, quando è ora di fuggire, da alcuni segnali che parlano chiaro.

Gli occhi diventano pesanti, quasi gonfi, non si aprono più come prima e vedono tutto un pò annebbiato: sarà che sentono la stanchezza di guardare solo da vicino, senza la libertà di spaziare, frenati da questo palazzo, quel monumento, quella fila di automobili...
Le orecchie si dichiarano vinte e si mettono in modalità stand by: sarà che non ce la fanno più del rumore di sottofondo del traffico, dei clacson, degli infiniti lavori giù in strada, persino dell'ennesima ripetizione del brano che il pianista di sotto porterà al prossimo concerto.
Il naso entra in sciopero, rassegnato ad una perenne difesa dallo smog, tanto che quasi il profumo del pane in forno non gli interessa più.
Allora è l'ora, di stringere i denti e costringermi ad infilarmi nella macchina, fare l'immancabile fila per uscire da Roma e regalare qualche prezioso momento di pace ai miei sensi. A volte, come è successo ieri, la gita salva salute è una vera e propria sorpresa, di quelle che il giorno dopo mi sveglio che ancora ci penso.
Siamo stati alla necropoli di Norchia, un pò magica, come sempre sono i luoghi in cui si stabilivano e costruivano gli antichi.


Si arriva dopo una passeggiata tra i campi, lasciando la macchina lontano e immergendosi pian piano in uno spazio aperto e nudo, che è già una bella conquista, quando si viene dal centro di Roma.


Ci si incammina per un sentiero scavato nella roccia, tra dromos grandi e piccoli, più o meno decorati, grotte sacre, entrate nella dimora del tempo passato in cui ci è concesso sbirciare.





Tutt'intorno, un bosco accogliente, colorato d'autunno e profumato, di terra, di umido.


Si attraversa un piccolo corso d'acqua e ci si incammina verso i resti di una chiesa, costruita in tufo, materiale prediletto per la costruzione in questa zona del viterbese.


Una gita sensoriale, a risvegliar quei sensi un pò assopiti dalla vita cittadina. Un'immersione tra storia, magia che viene da lontano e natura, un'ispirazione per ritrovare l'equilibrio tra il silenzio, lo spazio, l'aria, l'acqua, la terra e il sacro di cui sono fatta.




E già medito una breve sequenza di asana che richiami questo gioco di emozioni nella mia pratica yoga...

8 commenti:

  1. meraviglia...lo posso pinnare sul Viaggio Emotivo?

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  2. eh eh, l'ho già fatto io. o almeno, ho inviato la richiesta per pubblicarlo. il viaggio emotivo era un altra di quelle cose a cui volevo avvicinarmi da un pò. grazie!

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  3. brava, brava... i moduli li vede Mela! poi quando mediti la sequenza ci risentiamo...

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  4. meraviglia, sarà la mia prossima gita perchè non conoscevo questo posto pur abitando io a nord di Roma.
    Ti consiglio anche Castel sant'Elia, dove sono siamo stati qualche domenica fa e che abbiamo amato tanto da sceglierlo come luogo del nostro matrimonio. Ne ho parlato qui http://allafinearrivamamma.blogspot.com/2011/10/angeli.html.

    ti seguo e ti leggo spesso.
    anna

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  5. grazie per il post!! mi piace mi piace mi piace!!!! :-)

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  6. mi piace tanto!
    ti avevo scritto una settimana fa segnalandoti un posto del vterbese che noi abbiamo scelto come luogo della nostra unione matrimoniale quattro anni fa e che abbiamo rivisitato per salutare il nostro angioletto andato via dopo l'ennesimo aborto: castel sant'elia.
    ma il commento non è partito credo, perchè non lo trovo. mi sono segnata norchia come mia prossima tappa: adoro il viterbese...

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  7. non mi era arrivato il tuo commento! mi dispiace! grazie per il suggerimento, mi sa che ci dirotto la truppa il prossimo finesettimana. che bello! una nuova meta, e sono sicura che sarà speciale.

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  8. ne parlo qui ylenia:
    http://allafinearrivamamma.blogspot.com/2011/10/angeli.html

    io spero davvero ti piaccia il percorso in salita...

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