Ananda: lo stato di grazia


Ananda è una delle parole del vocabolario sanscrito che preferisco. Significa beatitudine, grazia, quello stato che si raggiunge difficilmente ma lascia così tanta energia in circolo da oliare anche i meccanismi più arrugginiti, da smuovere anche i macigni.

Di momenti così, anche se alternati a cadute di stanchezza e sfiducia, ne ho vissuti tanti in questo periodo. 
L'ultimo?
Il primo post che ho pubblicato dopo un lungo silenzio: mi ha dato un'immensa fiducia in ciò che mi piace. Lo stesso vale per i vostri commenti, e per tutte le dimostrazioni di fiducia che tante persone hanno lasciato in questi mesi sul mio blog silente.

Ma quante volte ci aspettiamo che questi momenti di grazia arrivino dall'esterno invece di provare a crearli con le nostre mani e il cuore?
A me succede fin troppo spesso, quando mi scordo dei rimedi che ormai so essere perfetti per riportarmi sulla mia strada:
- dormire, concedermi il riposo, contro ogni obbligo di fare;
- stare nella natura, riposare gli occhi e le orecchie;
- non dimenticarmi dei miei rituali quotidiani, per eliminare fissità e ristagni che induriscono la mente e i muscoli. 
Muovermi, è un po' come fare le grandi pulizie, rimettere tutto a posto, sciogliere le resistenze.
Cantare, anche se non ho nozioni di musica e canto. Da qualche anno ho scoperto che accompagnarmi con quello che ormai è "il mio strumento" mi fa riaprire i polmoni, mi fa sentire gli occhi più limpidi, mi fa entrare in sintonia con ciò che ho attorno.
Impegnarmi affinché quello che mi circonda sia bello: sono d'accordissimo con il principio montessoriano per cui il gioco, e tutto ciò che è compreso nell'apprendimento del bambino, deve essere bello, godibile. Non solo, credo che lo stesso valga anche per i grandi: un buon odore nell'aria, dei bei colori attorno, un piatto buono cucinato in casa...


"Il mio strumento," un regalo di un paio di anni fa, di cui ancora non ho scoperto il nome.

Quando ho il coraggio di concedermi il bello, il buono, la cura, so che ho fatto un passo nel sentiero dell'Ananda.

Come commenti al mio post di qualche giorno fa, ho letto della difficoltà, che condivido con alcune di voi, di stare al passo con l'evolversi degli eventi, insieme alla nostra evoluzione come persone.
Dal canto mio, so che quando sono presa dalla stanchezza è proprio difficile trovare energia anche in ciò che amo di più.

Ecco quindi il mio augurio, a tutte voi e a me, a fare ancora e ancora quello sforzo che ci fa uscire dal torpore in cui ogni tanto ricadiamo, a continuare a creare... grazia... Ananda:





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4 commenti:

  1. Grazie, ne avevo bisogno.
    Esattamente oggi...
    Il cerchio. E' sempre una questione di cerchio.

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  2. Sì, in questo caso davvero sì! La condivisione è una delle cose che mi hanno aiutata di più in questo ultimo periodo, anche quella telematica, che vale tanto quella reale e di tutti i giorni.

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  3. Ananda è cio' di cui ho bisogno e trovo che dovrei ricordarmi anchio delle "regole" che hai citato. Lo so che mi aiutano a prendere le distanze dal fuori perchè, per stare bene, devo riconciliarmi con il dentro ma - chissà perchè - talvolta me ne dimentico!

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    1. a chi lo dici! perciò ho fatto di questo una parte della mia vita, del mio quotidiano. Il mio lavoro con lo yoga, questo blog... sono la mia medicina.

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