Infinite particelle di luce. E' tempo di...



Questa è una storia che viene da lontano; da un'altra vita, da un altro luogo, quando il tempo scorreva tutto diverso e si misurava in altri modi.
C'ero sempre io, la stessa me stessa in costante evoluzione, con qualche esperienza in meno e un po' di sogni ancora da realizzare in più. C'era la me alla ricerca dei misteri del corpo e dell'anima e del processo ancora più misterioso in base al quale indagando su se stessi si diventa osservatori del mondo e, qualche volta, fortunati aiutanti di qualcun'altro con cui incrociamo il nostro cammino.
Studiavo, mille ore al giorno. L'università, la danza, lo yoga... Non mi fermavo mai, tanta era la voglia di assorbire e scoprire. Passavo ore e ore a lavorare sul mio corpo, ad allenare i muscoli ad essere ricettivi verso gli stimoli profondi che avevo dentro. E facevo lo stesso con la mente, viaggiando in culture e lingue diverse dalla mia, come se volessi, infine, afferrare il segreto del mondo.

Durante qualcuna di queste lunghe ore di studio e fatica, incontrai una storia.
Era una lezione del corso di Butoh, alla mia scuola di danza. Non c'era una tecnica da seguire, se non la verità. Niente finzioni, niente stereotipi. Entrare davvero nei personaggi e nelle storie proposte, fino ad identificarci con essi e trasmetterli con il lunguaggio dei gesti: questo era il nostro compito.
E quella storia, quel giorno, mi commosse fino a renderla indelebile nei miei ricordi, fino a farla diventare come un quadro appeso ad una parete di casa: ogni volta che ci si passa davanti lo si riveste di tutti i pensieri e le esperienze che si stanno vivendo in quel momento.

"Un maestro giapponese che ho avuto l'onore di conoscere, un giorno, mi ha raccontato della madre.
Era anziana e malata. Il figlio girava il mondo a far spettacoli, a vivere della sua arte, e lei viveva con una donna di servizio che la aiutava in tutto.
Aveva una grave malattia alle ossa; negli anni era diventata così fragile da non poter toccare nulla senza procurarsi gravi lesioni.
Persino vestirsi le era diventato difficile. Di solito, al mattino e alla sera, la donna di servizio la aiutava a cambiare gli abiti: lentamente, delicatamente, come se fosse fatta di vetro soffiato invece che di ossa e carne.
Ma quando la vecchia donna sapeva che il figlio stava per andare a trovarla, quel lento processo delegato ad altri diventava un rito. Una vestizione, accuratissima e solitaria.
L'anziana mamma si svegliava all'alba. Si toglieva con estrema accortezza tutti gli indumenti, sceglieva con cura i vestiti per lo splendido incontro che la aspettava, infine, uno ad uno, li indossava. L'intera sequenza durava ore: non ci potevano essere movimenti maldestri o troppo veloci; gli abiti dovevano trovare il loro posto sulle fragili ossa quasi senza sfiorare la pelle; persino il respiro doveva essere lento, attento.
Tutto per quel figlio che tornava ogni tanto da chissà dove. Per l'orgoglio di una mamma che voleva ancora compiere almeno un gesto che trasmettesse la felicità di vederlo, la gioia di essere bella per lui, la forza che incontrare un essere tanto amato può lasciare."

Non ho mai avuto altri dettagli su questa storia, ma l'ho ricordata e capita infinite volte in questi anni.
E adesso, nei giorni di assenza dal blog e di raccoglimento intorno a me e alla mia famiglia, l'ho sentita mia più che mai.

Un'eccitazione costante, in cui ogni pensiero era un progetto di sogni da realizzare, subito, perchè "sta scadendo il tempo." Una frenesia lentissima, in cui le ore si scambiavano tra grande operosità e riposo pesante, dettato dalla pancia ormai ingombrante, dalle gambe spesso stanche, dalla testa che riusciva a focalizzare e razionalizzare sempre meno.
Progetti di cucito e lavoro a maglia che arrivavano al mattino e dovevo, dovevo realizzare entro la giornata.

Pigiami da portare all'ospedale
 




Qualche minuscolo abito per i primi giorni
 


E una mini valigia con cui affrontare il primo viaggio



Una fascia porta bebè per tutti i viaggi che verrano



Un sacchetto in cui riporla e un marsupio abbinato (solo chi ha scelto di portare i bimbi esclusivamente in fascia per i primi mesi sa quanto siano scomode borse e zaini...)



Ma anche una grande "lavatrice delle minuscolezze," per tutto quello che mamma non è riuscita a cucire e che ha ancora il sapore dei primi giorni del fratello maggiore



Idee su come organizzare il vivaio e l'orto che cresceremo e di cui ci nutriremo nei prossimi mesi che non potevano non essere messe in pratica.











Immagini su come cambiare la disposizione dei mobili di casa che arrivavano la sera tardi, con una tale chiarezza che erano impossibili da discutere o posticipare.

Voglia di cimentarmi in nuovi esperimenti di cucina anche quando sarebbe stato il caso di delegare; bisogno di rigirarmi tra le coperte molto più del normale e poi voglia di andar fuori, vedere il mare, succhiare quel poco di sole che c'è stato.

La prima crostata con i frutti estivi della nostra terra: amarene, gelsi, frutti di bosco



Tanto tempo passato nel lettone



Una splendida giornata al sole, a mettere i piedi nell'acqua







E una passeggiata nel bosco, per imparare a conoscere i luoghi magici della zona in cui viviamo, e le persone che li vivono



I giorni sono passati veloci, ma le ore che li hanno composti sono state lunghissime e dense.
Come per quell'anziana madre, l'alba prima dell'incontro con questa nuova vita è iniziata da qualche settimana. Le ore in attesa dell'arrivo sono durate giorni di pensiero concentrato e costante. Il rito della preparazione mi ha assorbita completamente.

Mi ha aiutata tanto tornare spesso e anche solo per pochi respiri, ad una meditazione che ho ritrovato proprio in questi giorni:

Concentrarsi su una parte del corpo (perchè lì sentiamo dolore, perchè è lì che abbiamo bisogno di portare la nostra attenzione in questo momento, perchè è da lì che sappiamo di dover partire...)
E immaginarla illuminarsi di un puntino di luce, che man mano si circonda di altri punti luminosi, fino a riempire completamente quella parte, fino a rendere inevitabile la sua espansione nelle parti limitrofe e in tutto il corpo.
Giocare con questa immagine tutto il tempo che si desidera, per poi ridimensionarla alla prima particella di luce o lasciarla intatta nella memoria del corpo e della mente come quella grande fonte di luce che abbiamo scoperto in noi alla fine.

L'effetto per me è incredibilmente rilassante e rasserenante. Senza contare che, in questi giorni di tempo pazzo, è piacevole trovare, almeno in me, infinite particella di luce.

E ora lo dico...
Sì, è una questione di giorni, di ore.
Non credo avrò il tempo di scrivere ancora prima della nascita, prima dell'Incontro.
E' arrivato, è tempo di...

 

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7 commenti:

  1. Sei pronta. Prontissima.
    Che fortuna, essere accolti nel mondo così...sento particelle di luce che schizzano fino a qui.
    Andrà tutto bene. A presto :-)

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    1. a presto! con nuovi mondi da raccontare e tanta tanta luce da condividere! grazie!

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  2. Ti aspettiamo, con calma,quando sarà il momento. :) <3

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    1. e lo sai? ti ho pensata tanto in questi giorni. di stare al pc non me la sentivo, ma pensavo che mi mancavano i tuoi racconti e la loro magia... avrò tanti begli arretrati da leggere!

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  3. Carissima!!!Grazie per ogni parola che hai condiviso, perchè la Luce dentro di noi può essere mostrata a chi ne sa cogliere la preziosità!
    Ti auguro tanta serenità e tanta energia d'Amore per la nuova creatura che sta per arrivare nel mondo e per il tuo essere dispensatrice di "particelle" di Luce Amorevole!!!
    Ti voglio bene cara!!!
    Mille benedizioni
    Silvia

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  4. oraggiosa come sempre.a me le tue parole danno una pace che pochi sanno trasmettermi.gin

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  5. Cara ti abbraccio e ti penso tanto tanto. Intanto rileggerò questi tuoi post che mi aiutano in un momento che rischia di sfuggirmi... Raccontaci presto, dopo!! Jessica (babytalk)

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