Come sto imparando a rispettarmi [asana e meditazione]

Come sto imparando a rispettarmi è una delle frasi che ho trovato scritto sul mio quaderno, muovendomi a ritroso tra le pagine, negli ultimi giorni.
Mi capita spesso,  mentre faccio un asana che conosco da sempre o mi metto in una posizione inventata ed istintiva, di vedermi balenare davanti agli occhi delle parole di cui, per un attimo, mi sembra di afferrare il significato profondo.
Ridendo di me stessa e degli strani meccanismi con cui mi concedo di capire questioni che ho bisogno di far mie, negli anni ho chiamato questi momenti  "le mie illuminazioni."
E se ogni volta che pratico mi sembra di poter aggiungere un tassello alla mappa che sto disegnando di me stessa, a volte succede che una posizione, tenuta un attimo, mi illumini come un lampo.
Mi è successo con upavistakonasana, l'angolo rivolto verso l'alto. Un giorno ho capito che, così come l'avevo sempre fatta, la posizione non era comoda, non era mia; mi sono guardata le gambe, le ho ruotate leggermente verso l'esterno e mi sono sentita un'altra.
-Ecco- ho pensato- sto imparando a rispettarmi.


Da lì è nata una meditazione e ha preso vita una sequenza di asana.

La meditazione parte da un gioco che mi piace fare con i bimbi, ma lo stravolge completamente. E' uno spunto per osservare, capire e rispettare i miei limiti. E apprezzarli, senza pensare che, almeno per oggi, devo superarli.

Mi siedo in una posizione comoda e inizio a respirare profondamente, di quel respiro che non ha nulla a che vedere con quello del quotidiano: è un respiro lunghissimo, che mette le radici a terra ed esclude tutto quello che non è davvero importane adesso.
Mi immagino in un luogo tutto mio: me lo immagino come una grande distesa d'erba, infinita.
E vedo un cancello, un confine. E' bellissimo, alto , decorato. Lo tocco, lo osservo. Questo, oggi, è il mio confine e, invece di pensare ad aprirlo e andare oltre, mi metto ad osservare tutto quello che contiene e delimita.
Per oggi rispetto il segnale che il mio confine mi da, e conosco tutte le meraviglie che contiene.
La meditazione continua fino a che ho cose da scoprire, fino a che sento che riesco a concedermi di imparare ad amare quel cancello che, in un altro momento, vorrò aprire e superare.

Gli asana, invece, sono un insieme di gesti che non hanno nulla a che vedere con tutto ciò a cui ho rivolto la mia pratica ultimamente.
Niente lotta, niente guerrieri, niente forza, niente tentativi di aprire sempre di più il petto e continuare a guardare fisso avanti.
No.
Questi asana sono il contrario.
Sono una riverenza, una culla, un augurio di felicità, un segno di pace e respiro, un vessillo di fiducia,  un impegno di umiltà, un'offerta.

La riverenza, supta sadhakasana



La culla


L'augurio di felicità, gomukhasana


Il segno di pace e respiro, krounchasana



Il vessillo di fiducia, virasana a cuore aperto


L'impegno di umiltà, il guerriero umile


L'offerta, sadhakasana, il silenzio, l'ascolto.



Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.




4 commenti:

  1. gomukhasana...come la conosco bene ora questa asana?
    :)

    quanto ti sento vicina mentre ti leggo, mentre guardo queste foto...

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  2. Che grande calore in tutto questo conoscersi...grazie è molto bello quello che scrivi, mi auguro un giorno di poter praticare con te <3

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  3. La serenità che infondono questi movimenti è tale che ho deciso di stampare tutte le posizioni che proponi per provare ad avvicinarmi a questa pratica meravigliosa che, sono sicura, è il modo migliore per conoscersi e riprendere contatto con le nostre radici. Grazie Ylenia per questi momenti di pace e di riflessione che mi regali, grazie davvero. Ti abbraccio. Gabriella

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